Sfreccia a +77% il primo semestre di Hermès, che si è concluso alla fine di giugno con ricavi a 4,23 miliardi di euro. Un risultato che supera del 33% a valuta costante anche il primo semestre del 2019 pre-pandemia.
Il reddito operativo, intanto, è ammontato a 1,72 miliardi di euro (contro i 535 milioni del 2020), trainato soprattutto dal boost nelle vendite del secondo trimestre, che ha raccolto e proseguito lungo il trend di ripresa del primo con un incremento del 127% a valuta costante rispetto al medesimo quarter dello scorso anno. L’utile netto ha raggiunto gli 1,17 milioni di euro.
“I risultati della prima metà dell’anno sono stati eccezionali”, ha commentato Axel Dumas, presidente esecutivo della maison. “Ma questa performance riflette anche lo slancio e la resilienza del nostro modello, che mette le persone, fonte di creatività e innovazione, così come il requisito della qualità assoluta, al suo centro. Questi sono i fattori chiave del nostro approccio artigianale e la desiderabilità dei nostri prodotti. Siamo attrezzati per far fronte alle incertezze rimanendo fedeli ai nostri valori.”
Relativamente alla mappa geografica delle vendite, tutte le aree hanno confermato l’andamento positivo emerso nei primi tre mesi del fiscal year, con una particolare accelerazione in America ed Europa, in cui lo slancio della campagna vaccinale ha permesso una ripresa, seppur graduale, di mercati e consumi. Le vendite in store, in particolare, sono complessivamente aumentate dell’81% rispetto al medesimo semestre dello scorso anno e del 41% sul 2019, con un ampliamento della rete retail in tutto il mondo. Anche l’attività wholesole ha ripreso vigore (+46%), ma continua a patire l’atrofia del travel retail.
Nello specifico, l’America ha conosciuto una crescita del 115% anno su anno e del 25% rispetto a due anni fa, mentre l’Europa, esclusa la performance della Francia (+35% e -16% rispettivamente), ha messo a segno un +52% rispetto al 2020 e un calo del 3% rispetto al 2019, i cui livelli sono ancora difficili da eguagliare se si considera che il Vecchio continente è stata forse l’ultima area geografica a imboccare la via d’uscita dalla crisi pandemica.
Non si può dire questo dell’area orientale, con l’Asia che, Giappone escluso (+59% e +22%), ha superato dell’87% il primo semestre 2020 e del 70% la prima metà del 2019.
Riguardo le previsioni per la seconda metà del 2021, il perdurare della crisi pandemica e l’incertezza sui suoi scenari futuri rende difficile, spiega il gruppo nella nota che accompagna il bilancio semestrale, delineare con precisione un outlook per il prossimo futuro. Per il momento, tutte le linee della maison sembrano aver dimostrato resilienza e margini di crescita: dal ready-to-wear agli accessori fino alla divisione gioielli e home decor e alla pelletteria.
Il secondo semestre del fiscal year rimane un’incognita, ma i risultati del primo infondono ottimismo alla casa di moda parigina: “Nel medio termine, nonostante le incertezze economiche, geopolitiche e monetarie in tutto il mondo, il gruppo conferma un ambizioso obiettivo di crescita dei ricavi. Il 2021 è segnato da questa Odissea, continuiamo il nostro viaggio rimanendo fiduciosi nel futuro”.