Gucci si riconferma il fiore all’occhiello della scuderia Kering. La maison guidata da Marco Bizzarri ha chiuso la prima metà dell’anno con ricavi da 4,4 miliardi di euro, con un aumento rispetto al medesimo periodo del 2020 del 50,3% su base comparabile che l’ha riportata ai livelli pre-pandemia.
Le vendite generate nei negozi a gestione diretta, che rappresentano il 91% del fatturato totale della fashion house, sono cresciute del 59% e del 6,3% su, rispettivamente, i primi sei mesi del 2020 e del 2019. In linea con la strategia di Gucci di trasformare la propria distribuzione, intanto, sono diminuiti i ricavi del canale wholesale, in flessione del 9,6% su base annua e del 40,8% rispetto al 2019.
L’utile operativo semestrale si è attestato a 1,69 miliardi di euro e il margine operativo è stato pari al 37,8 per cento.
Particolarmente brillante la performance del secondo trimestre, che ha visto la casa di moda sfrecciare a +86,1% su base comparabile, con vendite a gestione diretta in aumento del 93% sul 2020 e del 10,7% sul 2019.
Nell’anno del suo centenario, Gucci sembra avere ancora il vento in poppa dimostrando l’efficacia della sua strategia per aumentare l’appeal di un marchio che con la guida creativa di Alessandro Michele ha conosciuto una nuova primavera. I festeggiamenti per le prime cento candeline della maison hanno visto sfilare la collezione ‘Aria’, in sinergia con Balenciaga, arrivata dopo ‘Overture of something that never ended’, presentata attraverso una serie di mini-serie all’interno del GucciFest.
E poi House of Gucci, il film girato da Redley Scott con Lady Gaga, Adam Driver e Al Pacino, che promette di aumentare ulteriormente la desiderabilità e la visibilità del brand.
La performance di Gucci si guadagna dunque la medaglia d’oro sul podio dei big di Kering, per quanto anche Saint Laurent (+58,2%) e Bottega Veneta (45%) hanno avuto di che festeggiare e hanno contribuito al risultato complessivo del gruppo parigino.