Il gruppo Miriade ha salutato un 2022 da 120 milioni di euro e attende un 2023 in ulteriore crescita. L’anno fiscale in corso dovrebbe assestarsi tra i 125 e i 130 milioni di ricavi per il player italiano, con una crescita stimata pari a circa il 10%, in linea con quella registrata nel precedente fiscal year.
Il direttore generale Francesco Tripodi, in occasione della presentazione della P/E 2024, ha raccontato a Pambianconews di un periodo di profondo rinnovamento per l’azienda, che nel proprio orizzonte vede in primo piano l’integrazione del digitale con la dimensione fisica che le è storicamente appartenuta, il potenziamento del brand omonimo e un conseguente progetto retail oltre al riassetto del proprio modello di business sulle label di proprietà.
“Il progetto importante che stiamo cercando di perseguire – ha spiegato Tripodi – è trasformare i negozi Miriade, prima dei contenitori di più brand, in negozi monomarca”. Una riconversione che interesserà tutte le 80 insegne presenti sul territorio, mentre gli altri brand proseguiranno su altri canali. “Miriade ha bisogno di strutturasi – prosegue – e di patrimonializzare lo sforzo che fa gestire brand e licenze”.
Attualmente nel portfolio Miriade figurano Jaked, V73, Biasia, Kuvè e, unica licenza rimasta, Valentino di Mario Valentino. “Per quanto riguarda le altre nostre label, Valentino, Biasia e Kuvè sono distribuite solo nel wholesale, Jaked è ibrido tra retail e whosale, così come V73, che conta due negozi monobrand e per il resto si appoggia al canale all’ingrosso”.
Oltre alla rete esistente, il progetto mira a espandersi attraverso nuovi opening ma si concentra, innanzitutto, sullo studio della mappa esistente, scommettendo sulle piazze più promettenti e chiudendo quelle ritenute inadatte al nuovo format. “Abbiamo chiuso circa 15 negozi, per poi trasformare gli altri. Il monomarca impone una scelta oculata delle location, che devono rappresentare noi e la nostra clientela”. Aggiungendo che nel breve periodo è in ballo la scelta di cinque nuovi indirizzi, che potrebbero aggiungersi alla cartina di Miriade.
Per quanto riguarda Jaked, parallelamente, è previsto un ampliamento della attuale rete, che conta dieci store (di cui un outlet) presidiati in modalità diretta. Ma la trasformazione più ambiziosa è quella sul versante prodotto. “L’obiettivo è andare oltre il suo legame con il nuoto, che resta comunque centrale, per restituire un’immagine più ampia del marchio, tra la conferma dei capispalla e una linea gym e una linea vela che stanno prendendo forma”.
Riguardo invece a Biasia, che era stato acquisito dal brand con l’intento di rilanciarlo, rappresenta un progetto interamente wholesale e strizza l’occhio all’estero. “Stiamo studiando il suo posizionamento: le prime due collezione si assestavano su una fascia medio-alta, mentre ora stiamo cercando di trovare un posto nel mercato del lusso accessibile”.
Nonostante il focus sullo sviluppo del proprio parterre, l’azienda si dice predisposta a eventuali nuove operazioni e vigile su questo fronte. “Ci guardiamo sempre intorno e – anticipa Tripodi – stiamo valutando l’acquisizione di altri brand, su cui siamo ancora in accordo di riservatezza, che possano inserirsi nel nostro piano industriale improntato alle crescita”. L’imprenditore sottolinea l’importanza strategica di acquisire, anche in partecipazione, nuove realtà, anziché collezionare nuove licenze, “perché abbiamo bisogno di credere nei nostri progetti a lungo termine”. Le prossime new entry potrebbero arrivare già alla fine di quest’anno.
Intanto, l’azienda ha investito in modo massiccio sul digitale, scommettendo sull’e-commerce, nonostante la centralità del brick & mortar di una realtà tradizionale, e reclutando nuove figure per potenziare il fronte digitale.