Il mercato domestico spinge il quarter di Nike che, complice una migliore gestione delle eccedenze di inventario, ha guadagnato il 13% circa nell’after-market trading di ieri a Wall Street. Nel secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2023 (dati al 30 novembre scorso), il numero uno dello sportswear mondiale ha registrato ricavi in crescita del 17% (+ 27% a cambi costanti) a 13,3 miliardi di dollari (circa 12,5 miliardi di euro). Il marchio Nike ha toccato i 12,7 miliardi di dollari, in aumento del 18%, mentre il fatturato di Converse è pari a 586 milioni di dollari, a +5 per cento. Il margine lordo è diminuito di 300 punti base, al 42,9%, principalmente a causa dei maggiori sconti per liquidare le giacenze, in particolare in Nord America. L’utile netto, a 1,3 miliardi di dollari, è stabile rispetto all’anno precedente, mentre il profitto per azione è stato di 0,85 dollari, con una progressione del 2 per cento. Nike ha superato le stime del consensus Refinitiv, ferme a un utile per azione di 0,64 dollari, su ricavi per 12,6 miliardi.
Il colosso dello swoosh ha riportato inventories per 9,3 miliardi di dollari, il 43% in più year-over-year, trainate da un aumento delle unità dovuto all’interruzione della catena di fornitura dell’anno precedente, nonché da costi di input più elevati.
Il CFO di Nike, Matthew Friend, ha dichiarato nella conference call che la società ha compiuto buoni progressi nello smaltimento dell’inventario durante il quarter e che i prodotti per la stagione primaverile stanno arrivando con tempi di transito più rapidi. Friend ha poi spiegato che la società ha registrato una domanda record durante il periodo del Black Friday e del Cyber Monday in Nord America, mentre in Europa, Medio Oriente e Africa, Nike ha vissuto “la sua più grande Cyber Week” con un aumento della domanda del 75% rispetto allo scorso anno.
“Sembra che la situazione di Nike, e probabilmente dell’intero settore, stia migliorando perché i problemi di spedizione e logistica sono stati per lo più risolti”, ha dichiarato a Reuters l’analista di Morningstar David Swartz. “La capacità di Nike di ottenere i suoi prodotti in tempo la aiuterà a gestire meglio inventari, margini e prezzi nei prossimi trimestri”, ha aggiunto l’analista. Le vendite in Nord America, il più grande mercato del gruppo di Beaverton, sono aumentate del 30%, mentre quelle nel suo bacino più redditizio, la Cina, sono diminuite del 3% a causa delle fasi di stop legate al Covid. Swartz ha affermato che l’attività nell’Ex Celeste Impero mostra però segni di miglioramento, da quando il governo cinese ha allentato le limitazioni.
Per l’esercizio fiscale che si chiuderà a maggio 2023, l’azienda stima una progressione low-teens (entro il 15%) a cambi costanti, ma non sono stati diffusi maggiori dettagli.
“I risultati di Nike in questo trimestre sono una testimonianza del nostro profondo legame con i consumatori – ha concluso John Donahoe, presidente e CEO di Nike -. La nostra crescita è stata ampia ed è stata guidata dall’espansione della nostra leadership digitale e dalla forza del brand. Questi risultati ci danno fiducia nel portare a termine l’anno, poiché i nostri vantaggi competitivi continuano ad alimentare il nostro slancio”.