Gli ‘outlet uniti’ dicono no in Parlamento alla proposta delle chiusure domenicali. Lo scorso mercoledì 3 aprile, infatti, il Gruppo Outlet Retailers, nato circa un mese fa per rappresentare gli interessi delle aziende del settore in conseguenza al ddl sulle chiusure domenicali, ha discusso in audizione presso la commissione 10ª della Camera dei deputati un testo all’interno del quale spiega la propria posizione nei confronti della proposta di legge riguardante le chiusure domenicali.
Dunque, è nato un organismo che aggrega le imprese che operano presso i factory outlet village gestendo i negozi direttamente o tramite società a cui affidano la gestione dei punti vendita a propria insegna.
Secondo le analisi del Gruppo Outlet, il sabato e la domenica “rappresentano il 50% del fatturato degli outlet, diviso equamente tra le due giornate e, nel caso in cui la proposta dovesse passare, si stima una perdita del 20% del fatturato”. Non solo, le ripercussioni ricadrebbero anche sul fronte occupazionale che, secondo le previsioni, potrebbe assistere a un esubero di circa 4mila posti di lavoro. A ciò si aggiungono i rischi legati alla perdita di indotto, ai servizi legati al turismo che, trovando i centri chiusi, potrebbero scegliere di avvalersi di altri centri, e fiscale.
“L’auspicio del Gruppo Outlet Retailers è pertanto che la normativa in vigore non venga in alcun modo modificata, continuando a lasciare agli imprenditori la facoltà e non l’obbligo di aprire o meno nei giorni festivi e dominicali”, valutando che “l’analisi dei costi benefici di tale scelta è squisitamente imprenditoriale”. “Inoltre – continua la nota diffusa da Gruppo Outlet – ribadiamo che la nostra tipologia di vendita sia molto più vicina ed assimilabile al mondo del travel retail, (stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, e località turistiche in genere) per il quale il suddetto provvedimento modificativo non prevede alcun tipo di limitazione agli orari di apertura essendo la proposta commerciale destinata a una clientela turistica”.