Sindaco Albertini, qual è il suo giudizio sulla settimana che si è appena conclusa?
Anche a livello internazionale un evento clou della moda è la settimana che Milano ha appena concluso. Enormi sono gli interessi che vi gravitano attorno e molte città vorrebbero occupare la nostra posizione. La concorrenza straniera è fortissima. Senza tutto questo non esisterebbero le polemiche. L'organizzazione delle sfilate e le scelte degli stilisti non rientrano nei compiti del Comune al quale invece spetta predisporre situazioni ottimali per questo settore essenziale all'economia e anche all'immagine del Paese.
Le quotazioni di Milano sono in ribasso?
Niente affatto. Continuiamo a rimanere la capitale del prétà-porter e questo per l'Italia si traduce in un avanzo commerciale di 17 miliardi di euro: una cifra capace di colmare il deficit energetico. La Francia, cui spetta lo scettro dell'alta moda, ha invece un disavanzo di 5 miliardi di euro. Sotto il punto di vista della comunicazione la settimana della moda di Milano può vantare il più alto numero di giornalisti e operatori accreditati: hanno superato il numero di 1.800. Poi, a completamento del panorama, non possiamo dimenticare che da noi ci sono 15 scuole di moda e con un indotto di 6 mila studenti, 12 mila aziende operanti nell'abbigliamento e 900 showroom affiancati da 6 mila negozi. Penso che il Comune di Milano abbia fatto e stia facendo un ottimo lavoro.
Quindi lei non crede the sia stato dato un colpo all'immagine internazionale delle sfilate milanesi?
Tra il '94 a oggi il numero di eventi è quasi triplicato e quello delle sfilate raddoppiato. Il numero degli articoli che la stampa internazionale ci dedica è cresciuto del 133%. Certo, la concorrenza straniera si fa sempre più feroce e non dobbiamo crogiolarci sui successi ottenuti. Per spuntarla occorre fare sistema ed eliminare interessi personalistici.
Estratto da Economy del 14/10/05 a cura di Pambianconews