Se è vero che l’unione fa la forza, i freelance della moda negli Usa e nel Regno Unito stanno creando un fronte comune per chiedere l’istituzione di un organismo di protezione dedicato alle questioni specifiche del settore. Infatti, sono in molti, tra stilisti, truccatori, parrucchieri e modelle, ad aver improvvisamente perso le proprie fonti di reddito da quando la pandemia di Covid-19 ha preso piede nel mondo, costringendo i Paesi a mettere in atto chiusure e rigorose misure di distanziamento sociale che hanno fermato servizi fotografici e produzioni.
I lavoratori autonomi rappresentano una parte significativa della forza lavoro impegnata nelle industrie creative. Come riporta Vogue Business, secondo i dati del 2019 della Creative Industries Federation, nel Regno Unito sono oltre 660mila i freelance. Negli Stati Uniti, il 75% di coloro che lavorano nel settore dell’arte e del design sono liberi professionisti, secondo un sondaggio del 2019 condotto dalla Edelman Intelligence for Upwork and Freelancers Union. Come gruppo intersettoriale, il contributo dei liberi professionisti all’economia varia dai 275 miliardi di sterline nel Regno Unito a 1 trilione di dollari, o al 5% del Pil, negli Stati Uniti. Tuttavia, la categoria rimane una delle meno protette in termini di diritti e benefici.
L’attuale situazione emergenziale ha messo in luce la mancanza di protezione per i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti nel Regno Unito e negli Stati Uniti, costringendo i governi ad adattare le proprie politiche per includerli nei regimi di sostegno al reddito e nei congedi per malattia. Negli Stati Uniti i lavoratori indipendenti possono ora beneficiare, per la prima volta, di un’assicurazione di disoccupazione, che sostiene i lavoratori che hanno perso il lavoro per motivazioni esterne. Nel Regno Unito i lavoratori autonomi hanno ottenuto l’accesso all’indennità di malattia, che prima non era disponibile. Inoltre, la crisi ha anche rivelato ed esacerbato questioni di lunga data nel settore come pagamenti tardivi, salari bassi, scale di retribuzione arbitrarie, manodopera gratuita e commissioni precarie.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito la moda è rappresentata rispettivamente dal Council of Fashion Designers of America e il British Fashion Council. Entrambi i Paesi hanno anche organizzazioni dedicate ai lavoratori autonomi, come la Freelancers Union negli Stati Uniti e la Association of Independent Professionals and the Self-Employed e la Federation of Small Businesses nel Regno Unito. Non esiste, tuttavia, alcuna unione o organizzazione specificamente dedicata ai lavoratori indipendenti che lavorano nella moda. Così, mentre la pandemia va avanti, alcuni liberi professionisti stanno riconoscendo la necessità di un organo sindacale.