“La strategia di sostenibilità è tra gli obiettivi che ho fortemente voluto, ci stiamo lavorando per sviluppare in azienda progetti di innovazione che possano partire in prima istanza dalle persone. Mi occupo dell’operatività, pongo la massima attenzione sulla nostra offerta, sulle tempistiche di realizzazione e sulla supply chain. Aeffe collabora con fornitori storici, che si tratti di grandi realtà così come di piccoli artigiani”. Con queste parole Francesco Ferretti, chief operations officer al suo debutto con la stampa, ha presentato stamattina i principali traguardi della dfn 2023 (dichiarazione non finanziaria) dell’azienda di famiglia cui fanno capo i brand Alberta Ferretti, Moschino, Philosophy di Lorenzo Serafini e Pollini. Ad affiancarlo Pasquale Apicella, sustainability manager, che ha illustrato la strategia di sostenibilità allineata agli obiettivi globali dell’Agenda 2030 e ai temi più rilevanti per la società e i suoi stakeholder.
I risultati e i traguardi che il gruppo romagnolo intende raggiungere, si articolano secondo i tre pillar della strategia di sostenibilità. Planet & Environment riunisce le principali azioni intraprese per la salvaguardia dell’ambiente. Nel 2023, è stato avviato un piano d’azione triennale di quantificazione e riduzione delle emissioni, sia internamente sia lungo la supply chain, con l’obiettivo di individuare l’orizzonte temporale per raggiungere una condizione di net-zero emissions e aderire all’iniziativa Sbti (Science Based Target Initiative) entro il 2026. L’azienda si è dotata di un energy manager per promuovere misure di efficientamento e uso razionale dell’energia, a partire da una diagnosi delle quattro sedi del gruppo. “Siamo un’azienda quotata e obbligati a prendere impegni da un punto di vista della rendicontazione. Abbiamo rivisto le modalità di calcolo delle nostre emissioni dirette e indirette generate dall’azienda, sottoscrivendo anche una collaborazione con la green tech Up To You con cui abbiamo siglato un piano triennale partito lo scorso anno iniziando con la rivisitazione del sistema di calcolo del Co2. Passeremo il 2024 a estendere questo calcolo anche sulla catena del valore da monte a valle, sarà un passaggio complesso perché affrontato per la prima volta da Aeffe. Tra il 2025 e 2026 ci impegneremo con obbiettivi completi, misurabili e misurati come Sbti”, ha spiegato Ferretti.
Il secondo pillar della strategia di sostenibilità riguarda l’importanza dell’Engagement Aziendale. Creare una cultura aziendale sostenibile, alimentata da un desiderio di cambiamento ed evoluzione. People & Community coinvolge tutti i dipendenti e i collaboratori del gruppo. “Stiamo accelerando sulla formazione aziendale, come dimostra l’adesione a Fondazione Libellula, network di imprese che si uniscono con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere contrastando discriminazioni e violenze sulle donne”, ha aggiunto Ferretti. I dipendenti sono stati coinvolti in due corsi di formazione dedicati alla sostenibilità, uno base dedicato a tutta la popolazione aziendale del gruppo e un corso avanzato dedicato al top management. A partire da aprile 2024, un gruppo di dipendenti è stato coinvolto nella challenge ideata da Up To You chiamata ‘PlaNet Green Cup’: una sfida tra aziende basata su una serie di games e attività legate alla sostenibilità nella vita quotidiana.
Il terzo pillar della strategia è legato al Product & Supply chain. Non limitarsi ai lanci di singole capsule, ma sviluppare le collezioni in un’ottica più sostenibile, coniugando creatività e design con materiali e soluzioni che abbiano un minor impatto sull’ambiente e sulle persone. Moschino ha già introdotto l’uso di cotone organico riciclato nelle sue collezioni, aprendo una strada a tutti i brand di Aeffe che si stanno allineando a questa strategia. “È importante trovare un equilibrio tra creatività e utilizzo di materiali e tecniche – ha spiegato Apicella. Quando riceviamo uno schizzo non dobbiamo pensare solo al prodotto ma al ciclo di vita del prodotto. Vogliamo dare mezzi per raggiungere obiettivi e le conoscenze necessarie per mettere in atto un prodotto che abbia un ciclo di vita più sostenibile possibile, compresa le supply chain esterne che negli ultimi anni hanno avuto grande evoluzione tecnologica. Moschino è stato il primo brand a sviluppare una procedura sostenibile su un’intera categoria di prodotto inserendo cotoni riciclati, in seguito si è creata una sinergia all’interno del gruppo e lo stesso materiale è stato usato da Philosophy di Lorenzo Serafini. Questa creazione aiuta moltissimo avendo gli stessi fornitori su più brand è si innesca un circolo virtuoso”.
Aeffe ha introdotto una nuova procedura di qualifica Esg dei fornitori, per integrare gli aspetti di sostenibilità in tutto il processo di approvvigionamento. Nel 2023, il 100% dei nuovi fornitori di prodotto finito, prêt-à-porter e intimo-mare (commercializzato) è stato valutato con la nuova procedura. È in programma dal 2024 un’intensificazione del monitoraggio, per poter raggiungere tutte le categorie di fornitori. Inoltre, tra gli obiettivi prefissati nell’anno, c’è quello di arrivare all’80% di utilizzo di plastica riciclata delle polybag della categoria intimo-mare.
Sempre legato all’ultimo pillar, dal 2023 Aeffe ha aderito a diversi progetti a supporto della gestione e riduzione dei rifiuti tessili. Tra questi, il progetto Re-Waste, coordinato dall’Università degli Studi di Firenze e focalizzato a costruire logiche di simbiosi industriale tra piccoli e grandi produttori al fine di valorizzare e reintrodurre i materiali nella filiera, e il Consorzio Re.crea, lanciato da Camera Nazionale della Moda Italiana con l’obiettivo di lavorare alla gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti del settore tessile e di sviluppare soluzioni di riciclo innovative.
Inoltre, l’azienda ha iniziato a predisporre la struttura per dare avvio al progetto del digital product passport. Contemporaneamente ad un importante avanzamento nel processo della mappatura della catena di fornitura, Aeffe sta compiendo importanti investimenti per implementare tutte quelle infrastrutture tecnologiche necessarie per raccogliere i dati sui fornitori. “L’obiettivo che ci siamo posti – ha concluso Ferretti – è dare massima trasparenza al consumatore grazie al digital product passport, obiettivo che raggiungeremo grazie a una struttura tecnologica; stiamo cambiando il sistema informativo unico, così il cliente possa essere informato sui processi a cui è andato incontro il capo. Già dal prossimo anno partire com un passaporto pilota. Le normative cambieranno e stiamo cercando di anticipare i tempi, il tema è sentito e non vorremmo trovarci a ricorrere situazioni compresse”.