Un 2019 in rosso per Fossil che archivia i 12 mesi con una perdita operativa di 28,4 milioni di dollari (26 milioni di euro) che si confronta con utili operativi per 62,7 milioni di un anno fa. Nel 2019, le vendite nette di Fossil hanno perso 13 punti percentuali, scendendo a 2,2 miliardi di dollari. Sotto le attese della stessa società anche l’ultimo quarter d’esercizio, con vendite per 712 milioni di dollari (-10%) e una perdita operativa di 1 milione (contro profitti operativi per 67 milioni nel corrispondente periodo di un anno fa). La nota di Fossil attribuisce il calo alla persistente debolezza del canale wholesale, alla riduzione dello store network e a performance deboli del segmento degli orologi tradizionali. A livello geografico, il calo di Europa e Americhe non è stato compensato dalla crescita dell’Asia.
“Stiamo intraprendendo azioni forti per riorganizzare il nostro business model indirizzando risorse maggiori al canale direct to consumer, implementando l’offerta di orologi connected e sostenendo le buone performance nel continente asiatico”, ha commentato Kosta Kartsotis, chairman e CEO di Fossil.
Per il 2020, Fossil prevede che le vendite nette diminuiranno in un intervallo compreso tra l’11,5%e il 4,5 per cento. La guidance, spiega il gruppo texano, tiene conto dell’impatto del Coronavirus.
“Dati i nostri forti livelli di inventario e gli sforzi dei siti di approvvigionamento e assemblaggio per tornare in sicurezza alla produzione nelle prossime settimane, non prevediamo un’interruzione sostanziale della nostra catena di fornitura nei prossimi mesi”, ha spiegato il management della società agli analisti. Le vendite dovrebbero essere interrotte nella Cina continentale, a Hong Kong, Macao, in Corea del Sud e nelle attività travel retail dell’azienda, che insieme rappresentano circa il 10% del fatturato globale.
Nella giornata di ieri il titolo di Fossil ha lasciato sul terreno oltre il 21% del suo valore.