Segno meno per il 2020 di Fope, azienda orafa quotata all’Aim di Borsa Italiana, che, come tutto il comparto, sconta l’impatto negativo della pandemia Covid-19. I ricavi 2020 segnano un calo del 25,7%, scendendo da 35 a 26 milioni di euro, mentre l’ebitda si attesta a 3,95 milioni di euro contro i 6,78 milioni di euro del 2019. In flessione anche l’ebit, pari a 2,34 milioni di euro dai 5,43 milioni del 2019. L’utile netto risulta più che dimezzato a 1,65 milioni di euro (nel 2019 era di 4,85 milioni). Cresce, infine, l’indebitamento finanziario netto, a quota 2,42 milioni di euro contro gli 0,09 milioni dell’anno precedente.
“Siamo soddisfatti del dato di chiusura dei ricavi, superiore alle aspettative – ha commentato Diego Nardin, AD di Fope -. La flessione del 25,7% rispetto al 2019, e in particolare dell’11% se compariamo il dato relativo ai soli Paesi con significativo impatto turistico, è un risultato che ci conforta rispetto la rilevanza che il brand Fope ha per i nostri concessionari e come prima scelta per le nostre clienti. L’attenta gestione dei costi nelle fasi di lockdown e le vendite, realizzate con le marginalità precedenti all’emergenza sanitaria, hanno consentito di mantenere un adeguato livello di profitto e la distribuzione di dividendi nel corso del mese di dicembre 2020″.
La gestione finanziaria, ha spiegato il numero uno dell’azienda, ha consentito di procedere con gli investimenti programmati.
“Anche alla luce dei risultati del 2020 raggiunti in una situazione difficile – ha concluso Nardin -, guardiamo al 2021 con ottimismo e crediamo nella capacità di ottenere risultati positivi, nonostante il contingente periodo di emergenza sanitaria non consenta di sciogliere tutte le incertezze riguardo la risposta dei mercati. Risulta tuttavia positivo, e in linea con le nostre aspettative, il riscontro avuto fino ad ora dai nostri migliori concessionari”.