L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Unar), Camera Nazionale della Moda Italiana e African Fashion Gate (Afg)hanno siglato un protocollo di intesa per tracciare, segnalare e contrastare i fenomeni discriminatori che interessano l’intera fashion industry.
La collaborazione tra le tre istituzioni ha diversi obiettivi: promuovere la parità di trattamento tra tutti gli attori del sistema moda, sensibilizzare e stimolare i professionisti, le aziende e quanti operano nel settore per favorire l’inclusione, l’integrazione e la valorizzazione delle differenze, individuare le eventuali discriminazioni nel fashion analizzandone le cause, le conseguenze, gli effetti e proponendo soluzioni adatte; favorire con delle campagne di sensibilizzazione sia una cultura del rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità sia la denuncia di tutte le discriminazioni sociali.
“Unar è l’ente deputato dallo Stato italiano a garantire la parità di trattamento tra tutte le persone a prescindere dalle loro caratteristiche individuali quali il background etnico e di provenienza, le convinzioni e la religione, l’orientamento sessuale e l’identità di genere, la condizione di abilità o disabilità e l’età. La sottoscrizione di questo Protocollo con Camera Nazionale della Moda Italiana e con Afg è per Unar strategica e mira a definire percorsi efficaci per la realizzazione del comune interesse a prevenire e contrastare ogni forma di discriminazione nel fashion system italiano”, ha dichiarato Mattia Peradotto, direttore generale Unar.
Il documento, il primo di questo tipo mai redatto in ambito moda, è stato presentato poche ore fa nel Fashion Hub, presso Palazzo Giureconsulti. Hanno preso parte alla conferenza di presentazione il presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa, Alessia Cappello, assessora allo sviluppo economico e politiche del lavoro del Comune di Milano, Nicola Paparusso, fondatore di Afg, gli influencer Khaby Lame e Tamu Mcpherson e la giornalista Barbara Odetto.