L’industria della cosmesi italiana resta un player chiave a livello mondiale. Negli scorsi 12 mesi, le aziende nazionali hanno accelerato (+7,8%), battendo le filiali dei gruppi esteri (+4,5%).
Le principali aziende del beauty spingono sull’acceleratore. L’Italia della bellezza, infatti, continua a crescere, e lo fa con valori per lo più a due cifre. Le imprese di riferimento della cosmesi italiana, secondo uno studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa, hanno archiviato un esercizio in crescita e possono guardare al 2016 con una buona dose di ottimismo: i ricavi aggregati 2015 delle aziende del campione considerato sono cresciuti del 7,8%, passando da 2,87 miliardi a 3,09 miliardi di euro. Dato superiore a quello dell’intero settore che, secondo Cosmetica Italia, ha evidenziato un aumento del fatturato 2015 del 2,2% (oltre i 10 miliardi) grazie al +14,3% delle esportazioni (oltre 3,8 miliardi di euro). In base allo studio sulle principali aziende del settore per fatturato, solo quattro hanno concluso l’esercizio fiscale con un decremento delle vendite. Per contro, 20 hanno registrato un aumento dei ricavi, e, di queste, 9 hanno corso a doppia cifra (Kiko, Alfaparf, Aboca, Perfume Holding, Davines, Itf, Pettenon Cosmetics Proraso, e Mavive). Nell’industria cosmetica attiva in Italia, un altro dato ‘strutturale’ è la consistente presenza di realtà a capitale estero, che valgono circa il 30% del fatturato totale del settore, che continuano ad approfittare delle posizioni di vantaggio competitivo del nostro Paese, e che mantengono, e spesso ampliano, le proprie quote sul mercato italiano. Per queste aziende, il nostro Paese rimane un contesto imprescindibile sia dal punto di vista produttivo (secondo Cosmetica Italia il 60% dei prodotti make up al mondo è made in Italy) sia in termini di consumi. È infatti il quarto mercato europeo per il beauty dopo Germania, Francia e Regno Unito. Nel 2015, sempre secondo un’analisi Pambianco Strategie di Impresa, le principali 25 aziende con targa estera sono cresciute del 4,5% registrando ricavi aggregati per 2,34 miliardi di euro. Nel dettaglio, ben 18 imprese prese in esame dallo studio hanno chiuso il 2015 con un aumento di fatturato. Per sette di queste (Yves Rocher, Bpi, Kao, Lush, Laboratoratoires Expanscience, Laboratoire Nuxe, Labo International) si è trattato di un incremento a due cifre. Da segnalare anche che le filiali con ricavi in calo (sei) hanno avuto tutti decrementi contenuti (single-digit).
CLASSIFICHE A CONFRONTO
Tra le italiane al vertice della classifica dell’analisi Pambianco si posiziona Kiko, catena del beauty che fa capo al gruppo bergamasco Percassi, che nel 2015 ha registrato un fatturato in crescita a doppia cifra a 505,6 milioni. Al secondo posto della classifica, c’è Manetti & Roberts che ha totalizzato un fatturato di 290,7 milioni di euro in aumento del 2,4% sul 2014. Proseguendo nella classifica, si posiziona terza Euroitalia con ricavi in crescita (+9,4%) a 269,6 milioni di euro. A guidare la classifica dei big stranieri della bellezza è il Gruppo L’Oréal che comprende L’Oréal Italia, L’Oréal Saipo e Helena Rubinstein, con 1,18 miliardi di euro di fatturato in aumento del 6,2 per cento. L’Italia è un mercato estremamente interessante anche per il secondo in classifica, il colosso americano delle vendite porta a porta Avon che ha generato ricavi nel 2015 di 145,9 milioni di euro. Al terzo posto per giro d’affari, con un fatturato di 135,9 milioni di euro, si posiziona Just Italia, azienda di prodotti cosmetici naturali a base di oli essenziali ed estratti vegetali con quartier generale nel cantone svizzero di Appenzell.
di Chiara Dainese