Avvio d’anno in salita per il settore tessile-moda. Secondo gli ultimi dati Ice, a febbraio le esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori sono state pari a 5,3 miliardi di euro, in calo del 4,1% rispetto a febbraio 2023 a causa del rallentamento delle vendite all’estero di prodotti tessili e articoli in pelle.
In particolare, l’export del tessile si è attestato a -6,4% a quota 859 milioni di euro e quello dei prodotti in pelle è sceso di oltre 8 punti percentuali (-8,1% per la precisione) a 2,1 miliardi di euro. In questo ambito spicca il trend positivo delle esportazioni di abbigliamento, cresciute di un punto percentuale per un valore di 2,3 miliardi di euro.
La performance della moda si inserisce in un contesto di volatilità, come ha sottolineato il presidente di Ice, Matteo Zoppas, che però, a livello complessivo, ha consentito all’intero export italiano di ottenere un risultato in progresso dell’1,7% a febbraio rispetto allo stesso mese dello scorso anno e nei primi due mesi dell’anno le esportazioni italiane hanno superato i 100,8 miliardi di euro grazie alle buone performance dei mezzi di trasporto (+18,1%), dei macchinari (+6,6%) e dell’alimentare (12,7%). “La crescita dell’export si inserisce in un contesto altamente volatile di difficile prevedibilità”, spiega Zoppas. A livello complessivo il dato, aggiunge il presidente di Ice, “è caratterizzato da forti divergenze tra Paesi di destinazione: negli Usa le esportazioni a febbraio 2024 crescono del +23,7% rispetto allo stesso mese del 2023, in Cina, per la quale ogni previsione è difficile, calano del -57,6%, così come anche in Germania dove registriamo un calo del -5,4%, proseguendo un trend che si protrae ormai da 11 mesi. Ci confrontiamo quindi con un quadro segnato da profonde incertezze causate anche dal perdurare di tensioni geopolitiche internazionali”.
Tra le principali aree che hanno registrato il maggiore rallentamento c’è da segnalare la Germania: nel periodo gennaio-febbraio 2024 le esportazioni in generale sono scese del 4,1%, a causa dell’andamento delle vendite di alcuni settori tra cui tessile e abbigliamento (-5%) e arredamento (-10%).
Un primo segnale del calo generalizzato dell’export del settore della pelle e del tessile era emerso già a inizio anno con la pubblicazione del Monitor dei distretti di Mediobanca che evidenziava l’andamento del primi nove mesi del 2023. In particolare, il mondo della pelle ha scontato il rimbalzo dei prezzi, l’aumento del costo delle meterie prime, e un quadro internazionale di tensioni geopolitiche che si sono riverberate sui mercati inducendo anche le case di moda a tirare il freno. Esemplificativo il trend del distretto della pelletteria e calzature di Firenze che si è attestato a 4,6 miliardi di euro (-10,7%) la conceria e le calzature del distretto di Santa Croce che ha mostrato una contrazione nelle vendite verso gli Stati Uniti (-24,4%) e Hong Kong (-23,2%), solo in parte compensata dalle maggiori esportazioni verso la Francia, che rappresenta il primo mercato di sbocco (+13,5%). Anche in ambito tessile, era emerso il trend negativo del distretto tessile di Prato che aveva registrato nei primi nove mesi del 2023 un -11% a 1,8 miliardi di euro.