Il settore tessile del Vecchio Continente chiede provvedimenti rapidi all’Unione europea. A motivare la richiesta del presidente di Euratex Alberto Paccanelli, in occasione del CDA dell’organizzazione che rappresenta l’industria tessile e dell’abbigliamento europea, sono i dati di andamento del settore.
“Il secondo trimestre del 2020 – si legge nella nota di Euratex – ha mostrato un calo del nostro settore mai visto prima, nemmeno durante la crisi finanziaria del 2009: il fatturato è sceso di quasi il 25% nel settore tessile, e addirittura del 35% nel settore dell’abbigliamento. Le vendite al dettaglio sono crollate del 43%, in alcuni Paesi anche più del 60 per cento”. D’altro canto, nello stesso periodo, si è registrata una crescita dell’import dalla Cina. Le importazioni di sole mascherine sono passate da un valore di mezzo miliardo di euro nel 2019 a 13,5 miliardi.
Paccanelli si è rivolto alla presidente Ursula Von der Leyen, sollecitando l’attuazione della strategia industriale comune promessa, prioritaria rispetto all’annuncio di nuove strategie. “Abbiamo fatto delle proposte – ha detto il numero uno di Euratex – ma non le vediamo realizzate”.
Nella sua Recovery Strategy presentata alla Commissione Europea a giugno, Euratex ha proposto di stabilire un’alleanza tessile per supportare l’innovazione e la digitalizzazione dell’industria, per trasformare la sostenibilità in una fonte di competitività, per garantire un commercio “libero ed equo”.