In un negozio del centro città della catena Gap i clienti escono tenendo sotto braccio degli ingombranti sacchetti di carta su cui campeggia la scritta shop gap.com. Alla cassa distribuiscono biglietti promozionali che invitano a fare shopping on-line. Pochi metri più avanti invece, nel negozio di Prada disegnato dall'architetto Rem Koolhaus, non si trova indicazione di un indirizzo web da nessuna parte, né vicino al gigantesco manichino senza testa che si trova all'ingresso né sul pavimento di legno ondulato né nell'ascensore tutto di vetro. E un motivo c'è, semplicissimo: Prada non vende i propri prodotti on-line. Prada fa parte di quella cerchia di nomi famosi del lusso e della moda che ha scelto di astenersi dall'e-commerce, o di farsi coinvolgere dal canale di vendita Internet solo in minima misura.
Anche la catena di lusso Bergdorf Goodman potrebbe lanciare quanto prima un sito di e-commerce. Il sito (www.bergdorfgoodman.com) è attualmente in costruzione e i visitatori vengono informati del fatto che quanto prima darà notizia degli ultimi centri inaugurati e di quanto accade nei negozi. Sino a poco tempo fa prometteva anche che presto sarebbe stato possibile fare «shopping on-line come non l'avete mai fatto, nell'esclusivo mondo dei beni di lusso di Bergdorf», e la portavoce della società non ha voluto commentare il fatto che questa scritta sia stata eliminata. Barneys, che è uscito dalla gestione fallimentare nel gennaio del 1999, ha reso nota la propria intenzione di aprire un sito per l'e-commerce a partire dal prossimo mese di agosto. Negli ultimi tre anni il sito riportava solo gli indirizzi dei negozi Barneys.
In ogni caso, i prodotti dei marchi esclusivi del mondo dei luxury goods che hanno preferito non attivare in prima persona un sito di e-commerce sono spesso reperibili su altri negozi virtuali, come per esempio il sito web di Neiman Marcus (la capogruppo di Bergdorf Goodman) e di Sacks Fifth avenue, anche se spesso si tratta solo di alcuni capi specifici che possono essere trovati qua e là nel web.
Estratto da The Wall Street Journal Europe del 24/07/03 a cura di Pambianconews