Drop e-business & love!, noto provider e-commerce presente sul mercato italiano da più di 20 anni, chiuderà il 2021 con circa 24 milioni di euro di fatturato, con un aumento superiore al 100% rispetto all’anno precedente, e una crescita significativa di tutti i Kpi finanziari. Le proiezioni per il 2022 evidenziano una ulteriore considerevole accelerazione, legata anche al nuovo modello organizzativo, in cui la parola chiave è sostenibilità sociale.
Un risultato finanziario quello di Drop che parla da sé. Ma a dimostrare in concreto come l’azienda marchigiana sia uscita dal periodo pandemico profondamente cambiata ed evoluta sono le classifiche nazionali che l’hanno vista tra le aziende motore della ripresa. Nel mese di novembre, infatti, Drop è stata inserita nei ranking delle società italiane con la crescita più significativa sia secondo Il Sole 24ore (‘Leader della crescita 2022’) che secondo La Repubblica/Affari&Finanza (‘Campioni della Crescita 2022’), sulla base del tasso di crescita registrato nel triennio 2017-2020.
“Si tratta di un risultato davvero importante che deriva da una sana crescita organica e da buona gestione finanziaria (Drop è l’unico player di settore con rating finanziario A secondo S-Peek), che ci incoraggia a continuare sulla strada della ricerca dell’eccellenza sia sul fronte dell’organizzazione che della tecnologia al servizio di scenari sempre più omnichannel”, dichiara Alfredo Celiberti, fondatore e CEO di Drop.
Negli anni, Drop è riuscita a conquistare la fiducia di marchi internazionali che si sono affidati al solido know how e alla capacità dell’azienda di offrire soluzioni agili ed efficienti. Il portafoglio clienti include oggi brand perlopiù di rilievo globale come Stella Mccartney, Ducati, Jil Sander, La Sportiva, Save The Duck e altri.
La gestione di marchi via via sempre più grandi e di caratura internazionale ha richiesto un adeguamento sia a livello tecnologico che sul fronte dell’organizzazione aziendale. Si è puntato da un lato a rafforzare le partnership con Adobe (Magento), Pimcore, Shopware, Google, Adyen, Klarna, Paypal e Politecnico di Milano (Osservatorio per l’e-commerce B2c). Dall’altro c’è stata anche un’evoluzione concreta della tecnologia interna con il replatforming di Drop.BI, soluzione proprietaria per la business intelligence per il retail, e con lo sviluppo di un OMS (Order Management System) proprietario che gestisce sia flussi Adobe/Magento che Salesforce Commerce Cloud o Shopify.
“A sostenere tutto ciò è il nuovo modello di organizzazione che stiamo mettendo a punto da circa due anni: da uno schema tipicamente basato su divisioni e business unit (struttura verticale/piramidale), Drop sta migrando verso una struttura costituita da team e ‘cantieri’ con un alto livello di auto organizzazione”, conclude Celiberti.
Il cambiamento di Drop, al momento più culturale che di processi, mira dunque a una visione olistica dell’ambiente lavorativo, dove le persone, gli stakeholder, i clienti si sentono coinvolti e motivati. Ed è qui che diventa sempre più evidente la centralità della sostenibilità sociale.