«Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini» scrive Patrick Süskind nel suo geniale romanzo «Il profumo». La pensano allo stesso modo le multinazionali della bellezza che fanno di tutto pur di diffondere le proprie o altrui fragranze nel mondo intero. Se non per dominare «il cuore degli uomini», sicuramente per conquistare fette più grandi di mercato. E l'accordo tra Procter & Gamble e Dolce & Gabbana va in questa direzione: il colosso americano dal luglio prossimo produrrà e distribuirà i profumi di una tra le più sensuali griffe italiane della moda. E cercherà di assediare il primato dell'altro gigante della cosmesi, il parigino L'Oréal.
La nuova partnership prevede la produzione e distribuzione degli attuali sei profumi D&G e la nascita entro due anni di altre tre fragranze (probabilmente una femminile, una maschile e forse una «giovane»). Con l'obiettivo «di collocare il gruppo di Stefano Dolce e Domenico Gabbana tra i primi tre marchi mondiali dei profumi, con un fatturato retail di un miliardo di dollari da raggiungere in cinque anni» ha spiegato Hartwig Langer, presidente di P&G Prestige products global fine fragrances. Non solo profumi: «un impegno reciproco ancora senza un progetto concreto per il make up, mentre dello “skin care” per il momento abbiamo solo parlato» precisa Cristiana Ruella, direttore affari generali della maison di moda.
La multinazionale americana fino a qualche anno fa era più interessata a detersivi e pannolini che non a prodotti di bellezza. Nel 2002 la virata, voluta da Alan G. Lafley, il primo amministratore delegato del gruppo proveniente dal settore cosmesi, che guarda all'Europa e in particolare alla bellezza per dare un'accelerata alla crescita dei fatturati. Nel 2003 il settore beauty di P&G realizzò un giro d'affari di quasi 10 miliardi di dollari (un quarto del fatturato complessivo del gruppo). Oggi in un mercato mondiale della bellezza che vale 200 miliardi di dollari P&G ha una quota di 19 miliardi (pari al 30%).
Per D&G sciogliere la collaborazione di 15 anni con EuroItalia per il nuovo partner vuol dire salire nell'Olimpo internazionale al pari di Louis Vuitton, Gucci, Prada, Hermès. «È il nostro ventesimo anniversario. E niente come un profumo può contribuire a far divenire un marchio eternamente e universalmente riconoscibile» il commento degli stilisti. E con un partner di quelle dimensioni far conquistare i mercati «con le maggiori opportunità»: dall'America alla Cina passando per il Far East e la Russia. Per poter così concentrare gli investimenti sull'unico vero grande amore: abbigliamento e accessori.
Antonia Jacchia
Estratto da Corriere della Sera del 16/12/05 a cura di Pambianconews