Semaforo verde per il ddl beneficenza-‘Ferragni’. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato il disegno di legge che mira a rendere più trasparente la commercializzazione di prodotti e servizi i cui proventi siano destinati alla beneficenza, con misure più stringenti anche per influencer, content creator e testimonial.
Il ddl è strutturato in quattro articoli, che verranno ora discussi in Parlamento, e prevede multe fino a 50mila euro per la violazione delle nuove norme e l’obbligo per i produttori di riportare sulle confezioni informazioni precise, quali l’importo destinato alla beneficenza. “Risponde ai principi di trasparenza che hanno sempre caratterizzato l’azione del nostro governo e assicura che l’informazione sia chiara e non ingannevole quando vengono commercializzati prodotti i cui proventi vadano ad iniziative solidaristiche”, ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante la conferenza stampa.
Il ruolo di supervisore è affidato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), a cui sia produttori sia influencer dovranno, prima di intraprendere qualsivoglia attività commerciale e promozionale, comunicarne l’intenzione e il lasso di tempo entro il quale sarà effettuato il versamento dell’importo all’ente beneficiario.
Il nome con cui è stato soprannominato il disegno di legge non poteva che fare riferimento all’imprenditrice digitale Chiara Ferragni e al terremoto che l’ha vista coinvolta dalla fine di dicembre a questa parte, innanzitutto con il ‘Balocco-gate’ e in seguito con le conseguenze del vaso di Pandora scoperchiatosi, tra nuove indagini della magistratura riguardanti altre pratiche commerciali ritenute poco trasparenti e un’attenzione mediatica e politica senza precedenti sull’influencer italiana.
La stessa Ferragni si è espressa pubblicamente a favore del provvedimento: “Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali”.
La ‘legge Ferragni’ non è la prima conseguenza istituzionale del ciclone che ha investito l’influencer: solo poche settimane fa è arrivato il giro di vite da parte dell’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), che ha approvato all’unanimità le ‘Linee guida’ volte a garantire il rispetto da parte delle star dei social media (che vantino almeno un milione di follower) delle disposizioni del ‘Testo unico sui servizi di media audiovisivi’. Anche qui, al nuovo quadro normativo corrispondono sanzioni pecuniarie che possono oscillare tra i 10mila e i 250mila euro quando si tratti di trasparenza sulle pubblicità e che possono arrivare fino ai 600mila euro per tutela dei minori e trasparenza societaria.
Definire le nuove misure dell’Agcom una diretta conseguenza della vicenda Ferragni non è corretto, dal momento che l’autorità amministrativa stava in realtà già lavorando al documento che di fatto equipara gli influencer ai fornitori di servizi media audiovisivi, ma la tempistica della sua approvazione non fa che contribuire a delineare un quadro di crisi e riassestamento sempre più urgenti dell’universo influencer.
“Il compito di garantire il rispetto del ddl Ferragni – ha spiegato a Pambianconews Francesco Anglani, partner dello studio legale BonelliErede e leader del Focus Team Alta gamma – è stato opportunamente attribuito all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che già dispone di tutte le competenze e dei poteri d’indagine necessari a garantire il pieno rispetto delle nuove regole. Tale novità legislativa si inserisce in un quadro ben più ampio, caratterizzato dalla crescente attenzione da parte dell’Agcm alla trasparenza delle campagne pubblicitarie che coinvolgono gli influencer, anche nel caso in cui non riguardino iniziative di beneficenza. Peraltro, anche la Commissione europea ha inserito l’influencer marketing tra le proprie priorità di indagine, avendo pubblicato delle specifiche linee guida in materia e avendo altresì annunciato l’intenzione di esaminare nei prossimi mesi i post degli influencer per individuare le sponsorizzazioni che possano fuorviare i consumatori”.