Dopo l’annuncio di Kering, che decretava il termine della collaborazione tra Balenciaga e Kanye West, anche Adidas si è affrettata a chiudere definitivamente la partnership con l’artista americano. La decisione è arrivata oggi in seguito alle dichiarazioni, ritenute antisemite, di Ye (nome d’arte di West), e dopo aver comunicato due settimane fa che il loro contratto era stato messo ‘sotto revisione’.
“Adidas non tollera l’antisemitismo e qualsiasi altra forma d’odio”, ha affermato l’azienda in una nota ufficiale. “I commenti e le azioni recenti di Ye sono stati inaccettabili, pieni di odio e pericolosi e violano i valori aziendali di diversità e inclusione, rispetto reciproco ed equità”.
Il marchio tedesco ha quindi dichiarato che non produrrà più la linea Yeezy e sospenderà da oggi qualsiasi pagamento all’artista e alle sue società, affermando, inoltre, che la rottura dell’accordo potrebbe avere un impatto negativo a breve termine fino a 250 milioni di euro (246 milioni di dollari) sull’utile netto dell’azienda nel 2022.
In aggiunta, anche Gap, con il quale Ye aveva già rotto il proprio contratto lo scorso settembre, ha annunciato la rimozione della loro linea dagli store e dal sito web dedicato alla collaborazione. Yeezygap.com è stato infatti oscurato nella giornata di ieri, rimandando invece alla pagina ufficiale del brand, Gap.com. In contemporanea, il retailer Foot Locker ha comunicato la decisione di rimuovere dai proprio negozi tutti i prodotti Yeezy. “Non supporteremo alcun futuro lancio di prodotti Yeezy e abbiamo incaricato i nostri addetti alle vendite di ritirare qualsiasi prodotto esistente dai nostri scaffali e dai siti web”, ha dichiarato un portavoce di Foot Locker alla CNN.
Kanye West sta di fatto perdendo appeal da parte dei suoi storici partner e non solo. Secondo indiscrezioni, pare che l’artista sia ora ‘persona non gradita’ all’interno del magic circle (il cerchio magico) della moda, termine utilizzato dalla stampa di settore per identificare i più stretti collaboratori di Anna Wintour, storica editor in chief di Vogue. Lei stessa aveva presenziato qualche settimana fa alla sfilata che ha generato poi la ‘vicenda Kanye West’.
I motivi per i quali il rapper ha visto crollare il suo impero nel giro di qualche giorno si possono ricondurre, in origine, alla maglia da lui indossata, e poi presentata in passerella, con raffigurato il volto di Papa Giovanni Paolo II e con scritto sul retro “White lives matter”. L’ennesimo stratagemma mediatico di Ye per far parlare di sé e per promuovere il suo brand, causando l’inevitabile rimbalzo di foto e video della sfilata su tutti i principali social network. Le critiche alla sfilata e a quel capo in particolare, sono state pesanti, rese condivisibili in definitiva dalle dichiarazioni antisemite di Ye sui social.
In merito alle dichiarazioni di West, anche Gap, proprio come Adidas e Foot Locker, ha commentato in una nota: “Antisemitismo, razzismo e qualsiasi forma d’odio sono imperdonabili e non tollerati secondo i nostri valori. A nome dei nostri clienti, dipendenti e azionisti, collaboriamo con organizzazioni che combattono l’odio e la discriminazione”.