Massimo Brunelli sa che non è facile, eppure dice di essere «ottimista». Perché, spiega il manager appena chiamato a ristrutturare Mantero, storica impresa comasca della seta che versa in una grave crisi, «è veramente un peccato mortale non riuscire a guadagnare con un'azienda capace di fare ciò che sa fare Mantero». Accanto a sé il manager ha la maggioranza della proprietà, cioè quella parte della famiglia Mantero che è rimasta a controllare il gruppo dopo la divisione per divergenze strategiche avvenuta a cavallo del 2000.
I due fratelli Moritz e Federico Mantero hanno «confermato, spiega l'amministratore delegato, la loro disponibilità a sottoscrivere aumenti di capitale, se ve ne sarà bisogno». Non ci sarebbero, invece, all'orizzonte nuovi soci. Oggi, accanto a Moritz e Federico Mantero, nel capitale ci sono Banca Intesa (10,6%), l'ex manager Luigi Turconi (4,4°%) e la società Tootal Silk (10,6%) che rappresenterebbe un altro ramo dei Mantero e che da tempo, a leggere i verbali delle assemblee, preme per un cambiamento di strategia.
Mentre il comparto della seta ha iniziato a dare concreti segni di ripresa, il gruppo Mantero ha aumentato le proprie difficoltà: circa 20 milioni di perdite al 31 agosto 2006 (su un fatturato sceso a 95 milioni), che vanno ad aggiungersi al deficit di 13 milioni del 2005 e ai 9 del 2004, per restare solo agli ultimi tre anni. Ed è stato proprio questo contrasto con le aziende concorrenti a convincere gli azionisti alla svolta.
Il primo atto di Brunelli è stato un drastico taglio dell'organico, 265 licenziamenti sui circa 700 addetti totali. «Abbiamo un programma di riduzione dei costi importante, spiega che non riguarderà solo il personale, anche i costi generali dovranno diminuire in modo consistente. Questa è un'azienda che ha una struttura di costi ancora uguale a quando il fatturato era molto più elevato». Saranno, insomma, i tagli l'asse portante del progetto di rilancio, e questo è un aspetto contestato dai sindacati che vorrebbero un piano di rilancio. «Un'azienda che ha visto il proprio fatturato diminuire significativamente negli ultimi cinque-sei anni non può riprendere a crescere a due cifre – sostiene il manager. Il ritorno all'equilibrio economico cassa prima di tutto per il riequilibrio della struttura dei costi».
Estratto da CorrierEconomia del 8/01/07 a cura di Pambianconews