I ‘nuovi’ protagonisti della manifattura puntano a unire competenze trasversali in tutti i segmenti della moda di lusso made in Italy. Dall’abbigliamento alla pelletteria, fino alle calzature, per spingere su sinergie e know-how.
di Laura Bittau e Tiziana Molinu
C’è chi punta alla quotazione in Borsa come il gruppo Florence e chi, come Holding Industriale (Hind), attraverso la sua consociata Holding Moda, mira a essere presente in tutti i segmenti della moda di lusso. Non mancano altri importanti player come Star Capital, Pattern e Consilium che attraverso diverse operazioni si sono affermati come protagonisti nel mondo del fashion luxury dei terzisti. La tendenza preponderante sembra essere la volontà di presidiare tutti i segmenti della filiera made in Italy che consente una gestione sinergica delle risorse produttive. Per capire la portata del fenomeno, basti pensare che l’80% della manifattura di alta gamma mondiale proviene da aziende terziste tricolore.
Gruppo Florence
Ripercorrendo le tappe più importanti di questo percorso bisogna indubbiamente citare il caso di Florence. Il polo tessile controllato per circa il 65% dal consorzio guidato da Vam Investments, Fondo Italiano d’Investimento, Italmobiliare e per il restante 35% dalle famiglie Giuntini, Capezzuoli, Maltinti, Ciampolini, Sanarelli, Romolini e Bonacina ha all’attivo sette acquisizioni. L’ultima è stata quella di Metaphor, storico maglificio del distretto manifatturiero carpigano. Un progetto d’espansione nel settore moda e lusso che non si ferma all’abbigliamento, ma mira alla trasversalità. Come ha spiegato il suo CEO Attila Kiss in occasione del 26° Pambianco-PwC Fashion Summit: “Una volta completata la parte dell’abbigliamento, cosa che è avvenuta nel 2021, nel 2022 il progetto si estenderà anche sulla pelletteria e sulla calzatura, per poi approdare in Borsa e continuare con il consolidamento delle aziende presenti e delle sinergie che si creano”. Oltre alla citata Metaphor, al suo interno ora figurano Giuntini, Ciemmeci Fashion, Mely’s, Manifatture Cesari, Emmegi e Antica Valserchio. “Ma è un numero destinato ad aumentare perché stiamo arrivando a 12 aziende”, ha aggiunto il manager, precisando che “quest’anno supereremo i 170 milioni di euro di fatturato”.
Holding industriale (Hind)
Holding Industriale (Hind), società di investimenti nata a Torino nel 2011 e guidata da Claudio Rovere, ha annunciato la costituzione di Holding Moda nel 2017, progetto volto all’acquisizione e valorizzazione di aziende della filiera italiana specializzate nella produzione di abbigliamento e pelletteria che prevede il coinvolgimento di realtà attive nel settore fashion. Hind ora conta sette aziende al suo interno, di cui cinque rilevate tra il 2020 e 2021: Uno Maglia, Alex & Co, Rbs, Albachiara, Gab, Project Officina Creativa e Valmor. Quest’ultimo, importante calzaturificio con sede a Civitanova Marche, è stato rilevato da Holding Moda lo scorso dicembre. Un’acquisizione dal valore strategico, che ha completato la presenza della società in tutti i segmenti della moda di lusso (abbigliamento, pelletteria e calzature), raggiungendo l’obiettivo di massima diversificazione dell’offerta attraverso l’integrazione di competenze delle eccellenze manufaturiere italiane.
Star Capital
Importante player anche Star Capital. A giugno, il Gruppo Star New Generation (posseduto al 70% da Star Capital tramite il fondo Star IV – Private Equity Fund e al 30% dalla famiglia Marzioni) ha acquisito il 70% della società Effe 2 Studio e Confezioni Srl, azienda specializzata nella lavorazione del jersey per conto delle aziende di alta moda. L’ingresso di Effe 2 nel Gruppo Sng (composto dalle società International Promo Studio Srl e Moda Italia Srl) ha l’obiettivo di creare un gruppo di maggiori dimensioni specializzato nella produzione made in Italy di capi di abbigliamento in conto terzi, al servizio delle principali maison del lusso, ampliando la gamma delle categorie servite.
Consilium
Tra gli esempi da menzionare anche Consilium, società di gestione del risparmio dedicata all’attività di private equity che ha per obiettivo “la creazione di valore nel medio periodo attraverso investimenti nel capitale di Pmi italiane”. Nel suo raggio d’azione non manca il fashion. Nel 2019, Consilium ha infatti finalizzato la sua ultima acquisizione nel settore: quella del Calzaturificio Claudia, in seguito a quella del gruppo River (composto da River Group e Calzaturificio Energy) del 2018. Così il fondo aveva anche annunciato la nascita del Gruppo Manifatture Italiane (Gmi), mosso dall’ambizione di essere “polo di eccellenza italiano nella produzione di sneakers e scarpe formali di lusso”, con oltre 80 milioni di fatturato e 750mila paia di scarpe prodotte all’anno.
Pattern
Nella galassia dei poli manifatturieri premium spicca Pattern, società italiana attiva nella progettazione, ingegneria, sviluppo, prototipazione e produzione di linee di abbigliamento per marchi italiani d’alta gamma. Fondata nel 2000 da Francesco Martorella e Fulvio Bosco, Pattern ha acquisito pochi mesi fa la maggioranza di Idee Partners, tramite un accordo quadro per il 54% della società toscana operante nel settore della pelletteria di lusso con focus su borse e piccoli accessori. Una mossa strategica, come ha spiegato il CEO Luca Sburlati: “Con questo accordo continuiamo il piano di sviluppo del polo italiano della progettazione del lusso iniziato nel 2017”. E che permette al gruppo di gestire internamente le tre categorie merceologiche (tessuto, maglia e pelle). Nel 2017 è stata acquisita Roscini Atelier in Umbria. Nel 2019 è stata la volta della emiliana Smt, operante nella maglieria di lusso.