Condé Nast torna in attivo. In un panorama editoriale sempre più altalenante, la casa editrice americana, cui fanno capo testate del calibro di Vogue, Gq, Vanity Fair e Wired, “ha chiuso il 2021 in attivo per la prima volta dopo anni”, come comunicato da The Wall Street Journal. Il gruppo Usa ha riportato ricavi per 2 miliardi di dollari (circa 1,7 miliardi di euro) segnando un incremento a doppia cifra rispetto al 2020, scrive il Wsj facendo affidamento a una fonte informata sui fatti. Nel 2020, su un campione di 45 testate condotto da Wwd, 26 titoli avevano visto una riduzione della frequenza delle proprie uscite rispetto al 2019. Il 58% aveva quindi scelto di tagliare alcuni numeri rispetto alla programmazione consueta. Due testate avevano eliminato del tutto l’edizione cartacea, una aveva messo in stand-by l’uscita in edicola e solo 2 pubblicazioni avevano invece aumentato la propria frequenza.
Si tratta di un risultato raggiunto grazie alle strategie messe in atto da Roger Lynch, CEO di Condé Nast dal 2019, che hanno puntato sull’accorpamento delle edizioni internazionali delle varie testate sotto singole direzioni editoriali. Sua anche la decisione di nominare Anna Wintour, celebre direttrice di Vogue Us, chief content officer di Condé Nast, con un controllo macro del brand Vogue.
The Wall Street Journal riporta che Condé Nast aveva perso 120 milioni di dollari nel 2017 a causa di una notevole flessione degli investimenti pubblicitari cartacei. Di conseguenza l’editore ha puntato molto sui contenuti online, introducendo recentemente un paywall per alcune sezioni delle edizioni americane di Wired e Vanity Fair. Questa strategia ha contribuito all’aumento del 14% degli abbonamenti nel 2021 rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno Condé Nast, ha dichiarato il CEO, ha avuto in media un audience digitale globale di 360 milioni di lettori al mese, escluso il mercato cinese. Attualmente le fonti di guadagno generate da abbonamenti ed e-commerce rappresentano 1/4 dei ricavi di Condè Nast, Lynch lavorerà affinché nei prossimi quattro anni queste sezioni generino 1/3 del fatturato. I guadagni via e-commerce dipendono da un modello di affiliazione, per ogni acquisto fatto attraverso un link presente nei propri contenuti l’editore riceve una percentuale.
Il manager ha affermato che i piani futuri di Condé Nast includono la possibilità di acquistare compagnie che producano giornalismo di qualità, realtà che siano complementari all’offerta di abbonamenti come programmi di membership esclusive e tecnologie che supportino video o competenze e-commerce.