Cna Federmoda ha presentato alla Commissione Europea un documento contenente una serie di temi per rendere l’ecosistema tessile adatto all’economia circolare e per poter definire le sfide dello sviluppo sostenibile e della neutralità climatica. La Commissione Europea ha, infatti, recentemente avviato una valutazione di impatto per la ‘EU Strategy for Textiles’, nell’ambito delle azioni per il Green Deal e per il nuovo piano di economia circolare. L’obiettivo dell’iniziativa è creare un quadro unitario che crei condizioni e incentivi per rafforzare la competitività, la sostenibilità e la resilienza del settore tessile dell’Unione Europea.
Tra gli obiettivi proposti dalla federazione italiana c’è quello di “costituire e predisporre una iniziativa europea in grado di rendere l’ecosistema tessile idoneo all’implementazione dell’economia circolare”, attraverso quattro pilastri: l’efficientamento delle condizioni, dei principi e dei criteri sottesi ai modelli di responsabilità estesa del produttore e delle filiere della raccolta, selezione e trattamento dei rifiuti tessili; la stesura di linee guida necessarie alle imprese per il supporto alle operazioni di manifattura funzionali alla rigenerazione e al riciclo della materia; favorire modelli di produzione sostenibile nella lotta agli sprechi con l’adozione di processi di produzione che riducano, minimizzino o eliminino gli sprechi di materia per salvaguardare le risorse; operare per la riduzione delle pressioni ambientali legate ai consumi, favorendo modelli di consumo sostenibile.
Cna Federmoda ha inoltre ribadito che, proprio nella fase post-emergenza e alla luce dell’impatto drammatico che essa ha sul sistema economico, occorre più che mai affrontare la sfida della transizione green e dello sviluppo di un modello di economia circolare attraverso politiche e misure in grado di coglierne a pieno le potenzialità di crescita degli investimenti e dell’occupazione. “Cna – si legge nel documento – ha da sempre sostenuto la necessità che questa transizione possa essere una leva di crescita in grado di cogliere le caratteristiche e le esigenze settoriali, prescindendo dalla dimensione aziendale, accompagnando in questa transizione anche le imprese più piccole”.
Le filiere del tessile, della pelletteria, degli accessori, della calzatura, e della moda italiane, che compongono l’ossatura strutturale del sistema produttivo dell’economia nazionale e comunitaria, sono attente a creare valore non solo economico, ma anche sociale e ambientale. Vi sono pertanto, secondo la federazione, le condizioni per poter raggiungere un punto ottimale in relazione all’obiettivo economia circolare e sostenibilità nei sistemi produttivi.
Cna Federmoda ha infine sottolineato l’importanza della predisposizione di un’iniziativa europea in grado di fornire una linea guida e un chiaro fondamento di legittimazione all’agire settoriale da parte degli operatori. In particolare, l’impegno dell’Unione europea deve essere principalmente rivolto all’armonizzazione per non creare gap strutturali nel settore tessile-moda e abbigliamento, lasciando alcune realtà imprenditoriali esterne alla sfida ambientale, economica e sociale.