Quanto costano le chiusure domenicali? Per la moda spuntano le prime indicazioni. La proposta del vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, che ha chiesto una turnazione dei negozi la domenica, potrebbe limitare in modo sostanziale il turnover legato allo shopping meno legato all’urgenza e più emozionale. Secondo un’indagine condotta da Pambianconews, gli acquisti negli shopping center nella sola giornata della domenica valgono tra il 20 e il 25% sul totale del giro d’affari generato nel corso della settimana.
In particolare, secondo quanto riferito da Scalo Milano, l’outlet di Locate Triulzi, nel milanese, con oltre 130 negozi di moda, food e design, “il footfall (ovvero gli ingressi, ndr) della domenica pesa il 25% sul totale del footfall della settimana”. Insomma, significa un quarto dei ricavi a rischio. Anche a Il Centro, il centro commerciale di Arese, alle porte di Milano, con 200 negozi, 25 ristoranti, un centro diagnostico, un polo sportivo e diverse aree gioco, la domenica è una giornata chiave. “L’incidenza delle presenze domenicali valgono il 20% delle presenze settimanali, un po’ di più l’incidenza del fatturato (25%)”, fanno sapere dalla struttura. A conti fatti, significa che il turnover medio di un giorno settimanale pesa tra il 10 e il 13% circa sul totale, mentre la domenica vale praticamente il doppio.
La proposta di chiusura domenicale, che nell’obiettivo del Governo dovrebbe diventare legge entro la fine dell’anno, è stata avanzata lo scorso 9 settembre dal vicepremier Di Maio in occasione della sua partecipazione alla Fiera del Levante di Bari. In questo modo, l’esecutivo andrebbe ad abrogare i due articoli che hanno liberalizzato le aperture dei negozi e in particolare l’articolo 31 del cosiddetto “Salva Italia” varato dal governo Monti, che aveva introdotto su questo fronte la massima autonomia da parte degli esercizi. La norma attualmente in vigore prevede infatti che “le attività commerciali (..) e somministrazione di alimenti e bevande sono svolte senza il rispetto di orari di apertura e di chiusura, dell’obbligo della chiusura domenicale e festiva, nonché quello della mezza giornata di chiusura infrasettimanale dell’esercizio”.
A seguito di una serie di polemiche, Di Maio ha precisato la posizione dicendo che il governo non intende impedire l’apertura dei negozi le domeniche o nei giorni festivi, ma prevede di introdurre un meccanismo di turnazione che faccia sì che resti aperto solo un quarto degli esercizi. Negli scorsi giorni alla Commissione Attività produttive della Camera sono approdati quattro testi per riformare il tema, di cui due della maggioranza di governo (M5s, Lega), che ridimensionano drasticamente le aperture domenicali durante l’anno.