La quotazione in Borsa? Sarà uno step naturale per Golden Goose. “Noi ci dobbiamo assolutamente quotare, non è un segreto”, ha infatti raccontato a Pambianconews il CEO del brand Silvio Campara. “Non è la nostra priorità, ma è assolutamente la via naturale e l’ambizione che ci aspettiamo per questo brand. Non so ancora quando né dove. Ma questo è un collettivo di persone atto a creare valore e non c’è modo più bello di celebrarlo se non quotandosi in Borsa”.
Non a caso, proprio in questi giorni, Golden Goose è stato proclamato il vincitore per la categoria fashion del Premio Pambianco leQuotabili, ovvero la quindicesima edizione dell’analisi annuale stilata da Pambianco, società di consulenza strategica che opera nei settori lifestyle, sulle società italiane che possiedono le caratteristiche economiche, finanziarie e di posizionamento per essere quotate in Borsa con successo in un orizzonte temporale di 3/5 anni.
Il brand si appresta a chiudere un 2020 in linea con l’anno precedente, quindi 265 milioni contro i 262 del 2019. Quest’anno, inoltre, Golden Goose è stata acquisita da Permira per circa 1,3 miliardi di euro.
E per il futuro? La sfida, già in atto, e valida per tutto il settore moda, è quella di “spostare l’obiettivo dal prodotto al consumatore”, ha proseguito Campara. “Mentre fino a ieri era tutto volto a comunicare, vendere, posizionare un prodotto, ora il focus è il consumatore, che ora è davvero al centro, crea il contenuto, vuole essere ‘partecipe’. In questo contesto il prodotto diventa un assoluto protagonista ma non più l’unico. E questo avrà degli effetti devastanti in mille cose, dagli organigrammi allo stile al marketing”.