Le borse italiane continuano a registrare perdite oltre confine. Nei primi quattro mesi dell'anno le esportazioni della pelletteria hanno segnato un -5,6% in valore. In particolare hanno subito una contrazione del 10% in valore tutti i prodotti in pelle, mentre i prodotti in succedaneo hanno guadagnato un +6,8%. Le importazioni sono invece in decisa crescita, con una impennata dei prodotti in pelle. Questo secondo i primi dati diffusi dall'Aimpes, l'associazione nazionale dei pellettieri. Ma i consumi languono anche Italia.
«La prima parte dell'anno è stata motto fiacca nel mercato interno, commenta Mauro Muzzolon, direttore dell'Aimpes. A frenare il consumo è stato anche l'aumento dei prezzi. Tra la fine dell'anno scorso a l'inizio di quest'anno c'è stato un aumento del 15% sui prodotti della pelletteria, dovuto non solo agli arrotondamenti dell'euro, ma anche al fatto che i produttori sono tornati ad usare la pelle. In sostanza possiamo dire che nei primi quattro mesi dell'anno non ci sia stato un calo sensibile delle esportazioni in valore, ma in quantità».
In questa prima parte dell'anno, diversi marchi italiani di fascia medio-alta non hanno registrato nessuna crescita, mantenendosi in linea con i ricavi dello scorso anno. Giovanna Furlanetto, presidente e amministratore delegato della società Furla ,è appena tornata da Tokyo dove ha inaugurato il nuovo negozio diretto a Ginza. «Quest anno prevediamo di registrare un +25% nel mercato giapponese. In quest'area che per adesso realizza il 75% del nostro fatturato stiamo investendo pesantemente». Il 2002 di Furla, secondo le stime aziendali, si chiuderà in linea con i ricavi dello scorso anno che ammontavano a 103 milioni di euro, con utili intorno al 9%.