I ‘vestiti intelligenti’ hanno registrato una forte crescita nel primo trimestre del 2018. In particolare, l’abbigliamento e le calzature dotati di sensori nel periodo sono cresciute del 58,6 per cento, con una buona performance soprattutto da parte delle scarpe in grado di registrare i passi e la velocità di chi li indossa, delle magliette, dei pantaloncini e in generale di tutti i capi fitness in grado di registrare le performance di chi li indossa tramite sensori.
In generale, però, tutto il comparto delle wearable technology, nei primi tre mesi dell’anno, ha registrato spedizioni in crescita soltanto dell’1,2% a quota 25,1 milioni di unità, contro il +18% messo a segno lo stesso periodo l’anno scorso, stando a International Data Corporation. A calare nell’interesse dei consumatori soprattutto i prodotti ‘basic’, a fronte di una maggiore attenzione verso dispositivi ‘più intelligenti’, come quelli forniti, per esempio, dai colossi come Apple e Fitbit, i quali sono in grado, grazie a tecnologie avanzate e anni di studi, di fornire dispositivi capaci di identificare malattie e irregolarità nella salute di chi li indossa.