Le nuove generazioni non sono responsabili dell’incremento dei resi. Secondo uno studio dell’agenzia irlandese Esw specializzata nello shopping online, il 56% degli acquirenti della Z Generation e, nella medesima percentuale, dei millennials sceglie di non rendere gli acquisti effettuati online. Nonostante l’aumento dei resi nel periodo post-natalizio, questi segmenti anagrafici preferiscono tenere gli acquisti anche se non soddisfatti.
Lo studio è stato effettuato su oltre 14mila partecipanti provenienti da 14 Paesi. I motivi per cui si sceglie di tenere gli acquisti sono diversi: il 35% ritiene sia poco conveniente attivare le procedure per il reso o troppo costoso (34 per cento). Il 20% sottolinea un coinvolgimento etico preferendo non impattare sull’ambiente, il 28% invece ritiene che il prezzo degli acquisti non costi così tanto da motivare la procedura di reso, il 26% non comprende le politiche legate ai resi mentre il 21% lamenta la mancanza di un punto di raccolta locale.
I mercati in cui i consumatori evitano di rendere gli acquisti sono la Cina, con una percentuale del 67%, l’India (64%) e gli Emirati Arabi (64%); le donne rendono in media meno frequentemente rispetto agli uomini (-13 per cento).
Sebbene gli acquirenti che scelgono di tenere i prodotti comprati online, pur non essendo soddisfatti, potrebbero essere visti come un punto di forza per le aziende, in realtà ciò potrebbe spingerli a non rivolgersi agli stessi venditori in futuro. A tal proposito Patrick Bousquet-Chavanne, CEO della costola americana di Esw, afferma: “Eliminare la frizione di Gen Z e millennial nei confronti dei resi sarà una grande passo in avanti per tutti i brand direct-to-consumer perché questi young adult continueranno a guidare la crescita dell’e-commerce in tutti i mercati”. A confermare il suo punto di vista lo studio afferma che oltre il 30% della Gen Z e il 37% dei millennial ha effettuato più di 11 acquisti cross border durante l’ultimo anno.