Bonaudo supera i livelli pre-pandemia nel 2022 e cresce double digit sul 2021. Reduce da Première Vision, la conceria specializzata nella produzione di pelli per il top di gamma è tra i protagonisti di Lineapelle, la kermesse del mondo conciario attiva fino a domani 23 febbraio presso gli spazi di Rho Fiera Milano.
“In un settore, quello conciario, dominato da cinque big player che totalizzano fatturati anche superiori ai 300 milioni di euro e che producono per l’arredamento e l’automotive, noi siamo nel lusso l’azienda più grande – ha raccontato a Pambianconews Alessandro Iliprandi, presidente e amministratore delegato di Bonaudo. Aggiungendo: “Essendo legati alla catena alimentare e a uno standard qualitativo molto alto, è difficile andare oltre una certa soglia, proprio per via della disponibilità delle materie prime”. D’altronde quello dell’ottimizzazione delle risorse è un tema caro a Iliprandi e alla sua Bonaudo, che della sostenibilità, oggi un’urgenza improrogabile per l’intero settore, ha da sempre fatto una vocazione.
“Noi facciamo un lavoro ecologico – ha spiegato – perché utilizziamo un prodotto di scarto dell’industria alimentare, lo lavoriamo e lo rimettiamo in circolo. Se la conceria non lo facesse, sorgerebbe il problema di dove collocare questa enormità di prodotti da smaltire”. Con un occhio di riguardo anche al benessere animale durante il suo ciclo di vita, sottolinea Iliprandi ricordando anche, in quest’ottica, la collaborazione con Wwf.
Intanto, a fare da sfondo restano le criticità della congiuntura macroeconomica, tra rincari e crisi energetica e logistica. “Per quanto riguarda l’energia, la crisi ha colpito tutti. Per fortuna il comparto della conceria non è particolarmente energivoro come altri – ha spiegato l’imprenditore -. La vera criticità ha riguardato l’approvvigionamento delle materie prime, che resta un nodo cruciale, dalla guerra in Ucraina per poi protrarsi”.
Riguardo all’impatto sul fiscal year, “è difficile da quantificare”, riflette Iliprandi. “C’è una preoccupazione diffusa, ma mi pare di vedere che i brand che lavorano per l’alto di gamma non hanno subito un vero rallentamento, a differenza di altri segmenti”. Una dinamica che ha giovato a Bonaudo: “Noi, lavorando proprio per l’alto di gamma, abbiamo visto i nostri clienti performare meglio”.
A dare speranza, continua il numero uno dell’azienda conciaria, anche il graduale risveglio del fronte asiatico, alla cui sonnolenza ha finora “sopperito la spinta dell’online”.