Il 2005 per Benetton è stato un anno «a due velocità», scrive l'amministratore delegato Silvano Cassano (nella foto) nella sua relazione al bilancio. I ricavi, pari a 1.765 milioni di euro, hanno ripreso a crescere (+3,6% dopo il -9,3% nel 2004), grazie soprattutto ai buoni risultati della collezione A/I. A far ripartire la macchina Benetton, che era giunta a un impasse in parallelo alla diversificazione finanziaria della famiglia mentre emergevano concorrenti come Zara ed H&M, sono stati soprattutto due elementi: un mutamento nell'offerta di prodotti e l'aumento dei margini ai rivenditori.
Così, è stato ridotto il numero degli articoli e sono stati introdotti capi cosiddetti nice price, cioè a basso prezzo, oggi molto richiesti dai consumatori, con questo facilitando il lavoro dei rivenditori. E, seguendo una tendenza in atto in tutte le aziende della moda, è stata aumentata la velocità di rifornimento dei punti vendita per avere una nuova proposta al mese, mentre per i capi continuativi l'obiettivo sono consegne entro sette giorni in Italia e 15 nel resto del mondo.
Per assicurare velocità e servizio è stata rivista l'organizzazione produttiva (da divisioni a unità di servizio) e si è avviato il percorso per una logistica non più centralizzata ma satellitare; modello, questo, scelto anche per i poli di controllo e ricerca operativi che si trovano nell'Europa dell'Est, nel bacino del Mediterraneo, in Cina e India. Centralizzato il retail, è stato anche rivisto il sistema delle licenze e il co-branding.
La seconda leva fondamentale del cambio di indirizzo di Benetton è stato il rapporto con i partner della rete del franchising («la nostra collaborazione diventa di giorno in giorno più stretta e sofisticata», scrive il presidente Luciano Benetton), incentivati attraverso un aumento dei margini.
Estratto da CorrierEconomia del 8/05/06 a cura di Pambianconews