Arresto dei consumi mondiali di fibre, anomala crescita delle produzioni di cotone, boom cinese nel settore e continua ascesa dell'import nell'Europa occidentale: sono questi alcuni degli argomenti emersi oggi durante l'assemblea di Assofibre. Ad aprire i lavori è stato il presidente dell'associazione nazionale che riunisce i produttori di fibre chimiche (Assofibre) Giancarlo Berti che ha enunciato i fatti salienti relativi al 2001.
Produzione e consumi mondiali di fibre chimiche sono cresciuti solo dello 0,6%, mentre il grosso aumento della produzione di cotone (+8,8%), fenomeno anomalo e preoccupante, ha contribuito solo ad aumentare gli stock a causa di un consumo praticamente invariato. A peggiorare la situazione è anche la forte concorrenza che arriva dalla Cina, la cui produzione di fibre chimiche è passata dal 9% al 25,8% dell'intera produzione mondiale in poco più di 10 anni.
Per l'Italia i dati del 2001 sono addirittura negativi: la produzione è scesa del 5,6%, il fatturato del 7,5% e il numero di addetti è calato del 5%. ‘’Per uscire dalla crisi dobbiamo essere più propositivi soprattutto nelle produzioni di alta tecnologia, ha detto Giancarlo Berti. Gli investimenti previsti nel triennio 2001-03 ammontano a circa 400 milioni di euro. Nel 2001 abbiamo perso il 5% del market share a causa degli elevati costi dell'energia, della tassazione sfavorevole e di un alto costo del lavoro’’.