Primo semestre ancora in calo per Asos. Nei primi sei mesi del fiscal year 2024 il retailer britannico ha totalizzato ricavi per 1,5 miliardi di sterline (circa 1,7 miliardi di euro), in calo del 18% sugli 1,8 miliardi del medesimo periodo dell’anno precedente.
Cattive notizie anche sul fronte della redditività: nel periodo chiuso lo scorso 3 marzo il player ha registrato un ebitda negativo per 16 milioni di sterline, con perdite operative ammontate a 247 milioni, queste ultime però in lieve miglioramento rispetto al rosso da 272 accusato nel 2023. Le perdite ante-imposte sono state pari a 270 milioni di sterline, contro i 290 del medesimo periodo dell’esercizio precedente.
Asos, dunque, sembra continuare a navigare in cattive acque, nonostante le speranze, per il momento ancora disattese, di un ritorno all’utile nel breve termine. Il retailer aveva annunciato ormai circa un anno e mezzo fa una massiccia ristrutturazione e un lavoro sulla gestione dell’inventario e sulla riduzione dei cari, per fare fronte al complesso scenario post-Covid e alla crisi inflazionistica.
Nel pieno di questa difficoltosa congiuntura economica e macroeconomica, Asos ha anche annunciato di avere chiamato Dave Murray come suo nuovo chief financial officer, ruolo che ricoprirà a partire dal prossimo 29 aprile.
Con un’esperienza più che ventennale nella vendita al dettaglio e nel mondo dell’e-commerce, il manager ha trascorso buona parte della propria carriera presso Sainsburys e Amazon, nel Regno Unito, prima di ricoprire ruoli finanziari di alto livello presso Farfetch e, più recentemente, la posizione di CFO di MatchesFashion.
“All’inizio di quest’anno – ha commentato l’AD di Asos, José Antonio Ramos Calamonte, a margine dei risultati semestrali – abbiamo spiegato che il 2024 sarebbe stato un anno di continua trasformazione per Asos mentre intraprendevamo le azioni necessarie per realizzare un business più redditizio e generativo di cassa. Proseguendo: “Nell’ambito della nostra strategia ‘Back to Fashion’, abbiamo stabilito tre priorità per l’anno, offrire il prodotto migliore e più rilevante, rafforzare il nostro rapporto con i clienti e ridurre i costi di servizio. Abbiamo realizzato ciascuno di questi obiettivi nella prima metà dell’anno, compreso il giusto dimensionamento delle nostre scorte”.
Guardando alle performance geografiche, nel Regno Unito (ovviamente mercato più grande e di riferimento per Asos) le vendite sono calate del 16%, mentre in Europa la flessione si è fermata all’11 per cento. L’andamento peggiore è emerso negli Stati Uniti, dove i ricavi sono diminuiti del 29% a causa “della debolezza generale del mercato e della forte concorrenze”. Non bene anche nelle aree raggruppate genericamente come “resto del mondo”, in cui la flessione è stata del 35 per cento.
Riguardo all’outlook per il prossimo futuro, le previsioni di Asos sembrano non essere cambiate, con un calo stimato per il full year tra il 5% e il 15%, il ritorno a un ebitda positivo e di un inventario a livelli pre-Covid, oltre alla riduzione del debito. Sarebbero state queste previsioni, caute ma ottimistiche, fa notare Reuters, a far balzare in avanti del 5% il titolo di Asos in Borsa, all’indomani dei risultati.