Mulberry, stando ai risultati preliminari, ha chiuso l’esercizio lo scorso 27 marzo con una flessione dei ricavi del 23%, fermandosi a 115 milioni di sterline (circa 133 milioni di euro). Un risultato imputabile alla pandemia e alle conseguenti restrizioni.
Nonostante i contraccolpi dell’emergenza sanitaria, l’azienda è però tornata in profitto, registrando un utile ante imposte di 5,9 milioni di sterline (6,8 milioni di euro), contro la perdita da 14,2 milioni (circa 16,4 in euro) durante i 12 mesi precedenti.
Ulteriore nota positiva, come per molti competitor della fashion house, sono state le vendite online che, a quota +55%, hanno raggiunto i 56,4 milioni di sterline (circa 65,3 milioni di euro). L’incidenza dell’e-commerce sulle vendite complessive della maison è sensibilmente aumentata rispetto all’anno precedente, passando dal 24% al 49% grazie al boost che il canale digitale ha conosciuto durante la crisi pandemica.
Ma la maison non ha intenzione di rinunciare alla rete retail in vista del post-Covid. “I negozi saranno importanti e in futuro dovremo ottimizzare la nostra rete di negozi”, ha spiegato il CEO Thierry Andretta. “È il punto di contatto con il cliente. Sebbene abbiamo organizzato degli appuntamenti virtuali durante il lockdown, i negozi fisici offrono un livello di interazione completamente diverso”.
Per quanto concerne il pattern geografico, invece, a fare da traino è stata la performance dell’Asia-Pacifico (+36%). In Cina, in particolare, le vendite nel fiscal year sono aumentate dell’81% e in Corea del Sud del 36%, in controtendenza rispetto a un medio -27% che ha interessato il resto dei mercati.
Intanto, Mulberry ha cercato di tenere fede agli obiettivi di sostenibilità prefissati, lanciando il Made to Last Manifesto con cui la casa di moda si impegna a trasformarsi entro il 2030 in un business circolare, sostenibile e rigenerativo. Attualmente, l’80% delle collezioni è stato realizzato con pelli provenienti da concerie certificate in termini di tutela ambientale, percentuale destinata ad arrivare al 100% nella prossima stagione.
“Siamo stati in grado di utilizzare al meglio la nostra posizione omnichannel, raggiungendo una crescita molto forte in Asia, e abbiamo servito la comunità in cui operiamo, anche convertendo i nostri stabilimenti per produrre più di 15mila camici riutilizzabili per i lavoratori in prima linea al National Health Service», ha concluso Andretta.