Antichi Pellettieri, costola della già quotata Mariella Burani Fashion Group, è sbarcata in Piazza Affari. Presieduta da Giovanni Burani, AD di quella Mariella Burani Fashion Group: che dall'inizio dell'anno è cresciuta del 45%, così come sono salite le altre due quotate del gruppo, Bioera (+61% dal collocamento) e Greenvision Ambiente (+128%). La società va a listino in aumento di capitale, sul mercato Expandi. L'inizio delle negoziazioni è previsto per il 7 giugno, il prezzo massimo è di 8,5 euro, il lotto minimo di 450 azioni. Servono al massimo 3.825 euro per mettersi in portafoglio la società.
Portano l'azienda in Borsa, come coordinatori dell'offerta globale, Capitalia e Mediobanca: e il prospetto avverte che la prima, che è anche responsabile del collocamento pubblico, «vanta crediti nei confronti del gruppo per 38 milioni» ed è azionista indiretto perché sottoscrittore del fondo Development Capital, socio dell'emittente. Inoltre Giovanni Burani è amministratore in Bipop Carire, società di Capitalia. Il prospetto rileva, ancora, come l'indebitamento netto sia la metà del patrimonio netto consolidato: al 31 dicembre 2005, 43,7 milioni su 98,8. È un terzo del ricavato previsto con l'Ipo: 120 milioni di euro (24 in aumento di capitale).
A vendere è soprattutto la famiglia Burani. Con il collocamento, infatti, il gruppo Mariella Burani scende dall'88,5% al 53,4%, il fondo Development Capital (che ha il 6% di Mariella Burani) dal 3% al 2,8%, la Itochu (distributore giapponese del gruppo) dal 3,3% al 3,12 e l'amministratore delegato, Giovanni Stella, dall'1% allo 0,5%. L'azienda, comunque, che ha rilevato per 10 milioni, il 13 aprile, il 51% di Coccinelle e raduna le partecipazioni dei Burani in Braccialini, Baldinini, Enrico Mandelli, Biasia, ha indici in crescita. Il fatturato pro forma 2005 era di 209 milioni di euro, +36% (i due terzi dall'estero: il gruppo opera su 60 Paesi); l'utile netto era di 8,5 milioni, +73%.
«Nel primo trimestre siamo cresciuti, a ricavi, del 34%, ora andiamo in Borsa per creare valore – dice Giovanni Burani. Useremo i proventi dell'Ipo per aprire nuovi negozi: vogliamo passare da 125 a 200 punti vendita in tre anni, soprattutto in Russia, Medio Oriente e in quell'Asia che nel primo trimestre è cresciuta del 105%». «Il prezzo è un po' alto, ingloba già un po' della crescita futura, commenta Capeccia. Ma la società può salire. È un investimento di medio periodo, almeno un anno».
Estratto da CorrierEconomia del 29/05/05 a cura di Pambianconews