Nella sua rincorsa ad Amazon, Walmart scivola sull’e-commerce. Il colosso americano delle vendite al dettaglio ha chiuso l’anno fiscale con ricavi netti per 500,3 miliardi di dollari (circa 407,3 miliardi di euro), in crescita del 3%, e utili operativi per 20,4 miliardi, in caduta di oltre il 10 per cento. Nel solo quarto trimestre, il gruppo guidato da Doug McMillon ha battuto le attese del mercato in termini di giro d’affari, segnando ricavi per 136,27 miliardi di dollari (il consensus di Wall Street era fissato a 134,83 miliardi), ma ha visto crollare i profitti operativi del 28%, scendendo a 4,5 miliardi. A gelare il titolo (nella seduta di martedì scorso Walmart è arrivato a perdere oltre il 9%, il calo più vistoso da ottobre 2015) è stato soprattutto il rallentamento delle vendite online, che hanno registrato un incremento del 23%, dopo tre trimestri consecutivi a +50 per cento.
La frenata dell’online, riferisce la stampa Usa, si spiegherebbe soprattutto con il mancato decollo del portale Jet.com, rilevato da Walmart nel 2016 con una spesa di 3,3 miliardi di dollari, che finora non avrebbe prodotto i risultati sperati.
Nell’esercizio fiscale 2019 (cioè quello attuale), Walmart prevede di aprire più di 250 punti vendita, ma punta soprattutto a una crescita del 40% del canale digitale (comparto che oggi rappresenta il 4% del fatturato complessivo). A beneficiare dei maggiori investimenti sarà il sito Walmart.com, con politiche di marketing orientate soprattutto al mercato americano. Il gruppo ha stimato utili per azione tra i 4,75 e i 5 dollari, sotto i 5,13 dollari per share ipotizzati dagli analisti, altro dato che ha penalizzato le azioni.