La startup scozzese Cashmere Circle ha lanciato un servizio ecologico per “ripristinare, riparare e riciclare” i capi in cashmere, destinandoli alla vendita a prezzi contenuti.
L’idea proviene dall’imprenditrice scozzese Belinda Dickson, fondatrice di Belinda Robertson Cashmere e membro del consiglio di amministrazione di Uk Fashion and Textiles Association, che ha unito le forze con un laureato dell’Università di Edimburgo, Ross Powell, per aiutare la moda di lusso ad adottare un modello di economia circolare, potenziando al tempo stesso le competenze tessili e i posti di lavoro negli Scottish Borders. “Cashmere Circle mira a essere un business veramente sostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche sociale, assicurando che i posti di lavoro e le competenze siano mantenuti entro i confini della regione”, ha dichiarato Powell, co-fondatore e CEO di Cashmere Circle. “Naturale, biodegradabile e che si ammorbidisce con l’usura, il cashmere può, se curato in modo appropriato, essere la fibra di lusso perfetta per un futuro della moda più sostenibile”, ha aggiunto.
La startup ha stretto una partnership con Edinburgh Innovations, che affianca i ricercatori, gli studenti e l’industria a supporto dell’innovazione nel settore tessile, al fine di riportare l’area alla sua posizione di rilievo nel comparto. Un programma di formazione garantirà, inoltre, il trasferimento delle competenze alle prossime generazioni.
Cashmere Circle ha stipulato un accordo con l’associazione non profit Oxfam per intercettare i capi in cashmere altrimenti destinati alla discarica e donerà anche l’1% delle sue entrate a Trees for Life, che sta promuovendo il ripristino delle foreste nelle Highlands scozzesi.