Dopo un 2022 chiuso con il valore record di 345 miliardi di euro, a +19% rispetto al 2021, il mercato globale dei beni di lusso per la persona ha registrato un ulteriore +10% nel primo trimestre del 2023, generando “un ragionevole ottimismo per il resto dell’anno”. È quanto spiegato dal Monitor Altagamma-Bain sui Mercati Mondiali dei Beni Personali di Lusso, diffuso negli scorsi giorni. Per il 2023 le stime di crescita sono state riviste in generale rialzo, “grazie in particolare alla ripresa del consumo cinese e alla continua buona performance di quello europeo, nonostante un rallentamento del mercato Usa e il permanere di alcuni elementi di attenzione relativi al contesto macroeconomico (aumento dei costi energetici, inflazione ancora alta – seppur in rallentamento – e potenziale recessione, difficile reperibilità di materie prime, tensioni geopolitiche e calo del potere d’acquisto di alcune fasce di consumatori)”. La stima della crescita della marginalità delle imprese (ebitda) per il 2023 si attesta intorno al +10 per cento.
La base dei consumatori “ultra-abbienti” – precisa il report – rimane forte, mentre si riscontra una volontà di elevazione che spinge i clienti ad acquistare “meno, ma meglio”. Le principali opportunità per il settore nel medio termine sono legate all’evoluzione Esg (anche in virtù di un aumento delle pressioni normative) e alle nuove tecnologie, quali la Generative AI, che hanno un potenziale impatto sull’intera catena del valore dei beni di lusso.
Bain & Company stima per quest’anno un’ulteriore progressione compresa tra il 5% e l’8%, con un potenziale scenario ottimistico che tocca quota +9-12 per cento. A lungo termine, e pur considerando alcune potenziali complessità, le prospettive del mercato rimangono positive, con l’industria che avrà un valore tra i 530 e i 570 miliardi di euro entro la fine del decennio.
Tra i mercati, l’Europa beneficia del ritorno dei turisti, con Milano e Parigi fra le mete più amate anche per i flussi provenienti dal Regno Unito (tax free) e malgrado i cinesi non siano tornati in pieno a viaggiare. Il consumo locale tiene meglio del previsto, portando gli analisti ad alzare le stime dal 5 al 10 per cento. Per gli Stati Uniti, il quadro è chiaroscuro: l’effetto dell’inflazione sulla classe media è già in atto e l’helicopter money del 2022 non ha più presa. Soffrono brand e prodotti aspirazionali, mentre crescono i top brand. Gli high-end consumers americani, tornati a viaggiare, spendono fuori dai confini domestici. La stima di crescita sull’anno è del 3 per cento.
Nel Far East, il Giappone mostra prospettive di espansione intorno al 10%, mentre la Cina che si candida a diventare il primo mercato mondiale, spingendo il resto dell’area asiatica a +14 per cento. In positivo anche il Middle East (+10%), grazie alle aree come gli Emirati Arabi Uniti che traggono vantaggio dai consumi dei russi. A beneficiare del ritorno alla normalità di tutte le geografie saranno i negozi fisici (+11 per cento). Il retail digitale è previsto continuare la sua espansione (+10%), mentre lo slancio del wholesale fisico (+4%) e wholesale digitale (+5%) risulterà meno marcato.
Infine, è della pelletteria (+11%) la maggiore crescita prevista per il 2023 e anche le calzature (+9%) registrano una previsione al rialzo rispetto all’ultima stima. Abbigliamento e cosmesi evidenzieranno un +8%, così come gli orologi, percepiti sempre più come investimento senza tempo confermato dalla crescita continua del valore degli usati negli ultimi anni. In generale, l’hard luxury prosegue il trend positivo e la gioielleria veleggia con un +10% grazie al suo status di bene rifugio e di investimento, con una forte domanda di prodotti iconici.
“Dopo il rimbalzo registrato all’indomani della pandemia, ora l’industria del lusso sta vivendo una nuova era, caratterizzata dall’affermarsi di alcuni driver di resilienza – hanno commentato Claudia D’Arpizio e Federica Levato, Senior Partner di Bain & Company e autrici dello studio -. I brand che intendono avere successo, in questo contesto di incertezza e dovendosi confrontare con una domanda sempre più esigente, devono adottare un approccio olistico nei confronti dei propri clienti, lavorare a una value proposition più elevata (che tenga in considerazione clienteling ed esperienzialità) e bilanciare la propria esposizione alle diverse aree geografiche”.
“Le stime degli analisti e dei partner coinvolti nel Consensus Altagamma parlano di un 2023 che procede agilmente verso una marginalità del 10 per cento – ha aggiunto Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma -. Malgrado l’incertezza macroeconomica e geopolitica, il comparto dell’alto di gamma si conferma in stabile e solida crescita. Questo è dovuto da una parte a un tipo di consumatore più attrezzato per affrontare le difficoltà congiunturali, dall’altra ai sostenuti flussi turistici internazionali verso l’Europa – specie a Milano e Parigi – e alla riapertura della Cina, che torna a brillare”.