Cambio ai vertici di Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane che riunisce 40 operatori fieristici nazionali, con oltre mille manifestazioni ed eventi organizzati in media ogni anno. Maurizio Danese è stato nominato presidente dall’assemblea dei soci di Aefi, riunitasi nella sede di BolognaFiere. Imprenditore nel settore del food service, già vicepresidente di Aefi dal 2018 e presidente di Veronafiere Spa dal 2015, Danese succede a Giovanni Laezza, con mandato fino al 2022.
L’assemblea dei soci ha anche nominato un nuovo vicepresidente, Pietro Piccinetti (amministratore unico di Fiera Roma) che si aggiunge ad Antonio Bruzzone (direttore generale di BolognaFiere) e Lorenzo Cagnoni (presidente di IEG-Italian Exhibition Group), confermati vicepresidenti.
“Ringrazio tutti gli associati per la fiducia e chi mi ha preceduto per il lavoro svolto in questo periodo di grave e inaspettata criticità – ha commentato Danese in una nota -. L’emergenza Covid-19 ha colpito duramente anche il settore delle fiere: quasi il 90% delle rassegne programmate nel 2020 sono state posticipate o cancellate con un danno e una previsione di riduzione del fatturato complessivo che supererà ampiamente il 60 per cento”.
Il neo-presidente ha poi puntualizzato che il governo deve prendere necessariamente atto che le rassegne fieristiche non possono essere equiparate a spettacoli e sagre, come apparso in alcuni Dpcm e nel decreto rilancio: “Come Aefi, ribadiamo con fermezza la matrice industriale della nostra attività. Per questo, alle Istituzioni chiediamo azioni concrete e incisive che vadano oltre la valutazione di istituire un generico fondo di sostegno, di cui al momento non c’è traccia nei provvedimenti governativi, o finanziare la partecipazione delle nostre imprese a eventi fieristici all’estero, organizzati dai nostri diretti concorrenti”.
“Senza una strategia e un sostegno reale a livello nazionale – ha concluso Danese – il rischio è che il nostro sistema fieristico perda peso in Europa e sui mercati di sbocco del made in Italy. Restiamo fermamente convinti di poter dare una grande spinta alla ripresa, conclusa l’emergenza. Con questo obiettivo le fiere italiane hanno sfruttato il lockdown investendo risorse proprie nella creazione di nuovi format sempre più sicuri, tailor made e capaci di integrare l’esperienza fisica con il mondo digitale. In questi mesi abbiamo tenuto sempre il motore acceso: ora aspettiamo dal Governo una data certa e lo stanziamento di aiuti economici calibrati per la ripartenza anche del nostro comparto”.
Le fiere si confermano uno dei più potenti ed efficaci strumenti di politica industriale a disposizione del Paese da cui si originano direttamente o indirettamente quasi il 50% delle esportazioni. Per oltre il 75% delle Pmi italiane rappresentano l’unica piattaforma di visibilità internazionale per il business, in grado di garantire alle aziende chi vi partecipano un ritorno dell’investimento fino a dieci volte.