La prima candelina di Geox a piazza Affari si spegne tra gli applausi degli analisti. E tra la soddisfazione di quanti, soprattutto fondi di investimento stranieri, hanno creduto nel brevetto più discusso del mondo della moda, quello che fa respirare le scarpe in cui camminiamo. Chi nel dicembre 2004 ha sottoscritto azioni Geox, oggi mette in tasca quasi il doppio di quanto ha investito. In 12 mesi il titolo ha corso fino a guadagnare oltre il 60%. Un successo su cui non erano molti quelli disposti a scommettere.
La comunità finanziaria inizia a crederci con sempre maggiore convinzione. Dopo i brillanti risultati dei primi nove mesi e dopo il road show negli Stati Uniti, Merrill Lynch è stata una delle prime case di brokeraggio a rompere il ghiaccio e a promuovere la società, che è divenuta il terzo produttore mondiale di calzature. Lo scorso 11 novembre, quando il titolo valeva a piazza affari circa 7,9 euro, gli analisti hanno deciso di innalzare il giudizio da neutrale a acquistare e hanno portato a 9,5 euro il target di prezzo a 12 mesi. Un obiettivo bruciato in poche settimane, visto che oggi il titolo vale 9,3 euro dopo essersi spinto anche oltre i 9,6 euro, mentre Intermonte e altri broker vedono il giusto prezzo a 10 euro.
Gli analisti tengono tuttavia a precisare che nelle loro proiezioni non hanno al momento considerato l´espansione negli Usa e in Gran Bretagna, dove Geox sta continuando ad aprire punti vendita. E non hanno tenuto conto nemmeno dell´ingresso nell´agguerrito segmento delle scarpe da corsa, dove Mr. Geox, ovvero Mario Moretti Polegato entrerà in concorrenza con marchi come Nike, Adidas e Puma. Ma soprattutto le stime di Merrill Lynch non inglobano ancora il nuovo modello di business più flessibile che il gruppo sta sperimentando in Italia e che consentirà di rifornire più frequentemente i negozi durante l´anno. Questo significa ridurre la dipendenza dal successo delle due principali collezioni, autunno-inverno e primavera-estate, inaugurando nella scarpa il modello già intrapreso dai retailers a più rapida crescita (come Zara e H&M nell´abbigliamento). Ciò aprirà la strada a interessanti opportunità di crescita delle vendite una volta che il modello verrà esportato nel resto d´Europa, sottolineano gli analisti. Che segnalano come il principale rischio relativo al target price potrebbe derivare da un eventuale collocamento da parte dell´azionista di maggioranza.
Estratto da Affari&Finanza del 12/12/05 a cura di Pambianconews