Carlo Fini, presidente e direttore generale dell'impresa familiare italiana A. Testoni (scarpe e pelletteria di lusso), non prevede di quotare in borsa la sua griffe che, come ha spiegato in un incontro con la stampa a Parigi, ha sempre avuto la capacità di autofinanziarsi.
“Continuiamo ad espanderci e finché riusciremo a farlo con le nostre forze resteremo un'impresa familiare�, �preferiamo controllare il nostro business e non avere imposizioni finanziarie come avviene per certi grandi gruppi, soprattutto alla luce dell'attuale contesto economico mondiale�.
Nel 2000, il giro d'affari della Testoni è salito a 110 milioni di euro (circa 240 miliardi di lire), l'utile netto rappresenta il 10% del giro d'affari.
La griffe, che possiede 62 negozi indipendenti nel mondo e 15 in franchising (12 in Cina e 3 in Indonesia) sta perseguendo una politica di aperture di nuovi punti vendita: Giappone, Milano in maggio-giugno 2002, e infine Seul e Roma nel 2003.
Le previsioni per il 2001 prevedono un aumento del giro d'affari del 12% 15% .
La Testoni, il cui giro d'affari è rappresentato per il 38-39% dalla pelletteria e per il restante dal settore delle calzature, si lancerà presto nell'abbigliamento. �Siamo pronti ad entrare nel settore dell'abbigliamento grazie al nostro gruppo di distribuzione Futurnet (distributore di Ebisu, FakeLondon e Duckling) e a una joint-venture con un grande nome dello sport in corso di concrettizzazione�.