Trimestre da record per Skechers. L’azienda statunitense di sportswear ha chiuso il secondo quarter dell’anno fiscale con vendite da 1,66 miliardi di dollari (circa 1,41 miliardi di euro) e un utile netto di 137,4 milioni (116,8 in euro). L’utile per azione si è attestato a 0,88 dollari (0,75 euro).
Il fatturato ha dunque registrato un incremento del 127,3% su base annua e del 31,7% rispetto al medesimo periodo del 2019 pre-pandemia.
“Abbiamo raggiunto questi risultati finanziari anche se abbiamo continuato ad affrontare le sfide legate al Covid-19, tra cui spedizioni ritardate e vincoli negli spostamenti, nonché chiusure temporanee dei negozi in alcuni mercati chiave”, ha spiegato David Weinberg, chief operating officer della società.
“Con il ritorno a uno stile di vita più normale in molti mercati, la domanda è aumentata per i nostri prodotti, anche in Nord America, in tutta l’Europa e in Cina, che ha raggiunto i livelli del 2020 e persino del 2019. Guardando al resto dell’anno e al prossimo, rimaniamo fiduciosi nella forza del nostro marchio e nella rilevanza della distintività della nostra offerta”, ha concluso il manager.
A trainare la proposta commerciale di Skechers sono l’innovazione e la ricerca tecnologica applicata alle calzature sportive, parte significativa del dna del marchio. Una combinazione di comfort, alte prestazioni tecniche e durabilità che ben si è adattata alle nuove esigenze emerse durante la crisi pandemica, che ha premiato l’abbigliamento informale e l’athleisure wear sopra ogni altro comparto.
Un vantaggio sfruttato anche attraverso una strategia omnichannel, ha proseguito il coo, che ha coniugato il marketing tradizionale alle nuove piattaforme digitali conducendo la label a ricavi vertiginosi.