Carlo Rivetti esce completamente dall’azionariato di Moncler. Nella giornata di ieri il fondatore di Stone Island, dal 2020 di proprietà del gruppo guidato da Remo Ruffini, attraverso Grinta, la finanziaria che fa capo alla sua famiglia, ha venduto circa lo 0,8% del capitale del player Italiano. Il disinvestimento ha portato l’imprenditore e presidente di Stone Island ad incassare circa 114,5 milioni di euro. La vendita è avvenuta attraverso un private placement curato da Jp Morgan, banca con la quale l’imprenditore aveva stipulato un contratto collar a tre anni lo scorso marzo. Questa mattina a Piazza Affari, nella prima ora di contrattazioni, la notizia dell’uscita di scena di Rivetti ha comportato una flessione delle azioni di Moncler di oltre il 2 per cento, calo che ora è invece è stato compensato da un un balzo al di sopra dei due punti percentuali.
Il passo indietro del manager non sorprende però il settore, in quanto già negli scorsi mesi Rivetti aveva gradualmente venduto le sue quote: a marzo Grinta aveva già ceduto un pacchetto da 3,23 milioni di azioni ad un prezzo pari a 67 euro e aveva stipulato sempre con JP Morgan – riporta OraFinanza – un contratto derivato collar con scadenza media di tre anni, a copertura di un massimo di 6,125 milioni di azioni Moncler (rispetto alle 7,5 milioni del patto di consultazione). Secondo gli analisti di Equita Sim, la mossa pareva inoltre attesa “dopo la recente disdetta del patto di consultazione per il voto in assemblea stipulato con Ruffini Partecipazioni (la cassaforte del patron di Moncler, ndr) in data 24 febbraio 2024, sebbene quell’accordo non avesse di per sé un valore vincolante sulla partecipazione”.
“La decisione avviene in coincidenza con il recente peggioramento del contesto di settore, ma a nostro avviso si inserisce più che altro nella traiettoria di progressivo minor coinvolgimento di Rivetti nella gestione di Stone Island, dove nel frattempo è stata ormai completata la struttura manageriale”, commentano gli analisti, aggiungendo come sia “sorprendente che i Rivetti decidano di vendere le loro azioni restanti con il titolo vicino ai minimi; ci viene da pensare che la motivazione sia di carattere personale e non segnali attese sull’andamento operativo del gruppo”.
Moncler aveva acquistato Stone Island da Rivetti al prezzo di 1,15 miliardi di euro, somma di cui circa la metà era stata pagata in contanti (615 milioni) e l’altra metà tramite un aumento di capitale riservato da 10,7 milioni di azioni (circa il 4% del capitale), con la ‘promessa’, entrambe le parti unite dalla filosofia ‘beyond fashion, beyond luxury’, di costruire un polo del “nuovo lusso”.
Nella prima metà dell’anno (relativa ai dati comunicati dal gruppo Moncler lo scorso luglio) i ricavi di Stone Island sono scesi di cinque punti percentuali, sfiorando i 189 milioni. A pesare principalmente è stato il canale wholesale (-28%), compensato però dalla crescita a doppia cifra de canale Dtc (+27%). Come per Moncler anche nel caso di Stone Island ad incidere positivamente sulla performance era stato il mercato asiatico con un incremento del 27 per cento. In negativo invece area Emea (-12%) e Americhe (-21%).