Freno a mano tirato per Gucci, che rallenta la performance finanziaria del gruppo Kering nell’ultimo trimestre del 2022. Complessivamente, nei 12 mesi il gruppo ha superato per la prima volta il tetto dei 20 miliardi di euro sul fronte dei ricavi, in crescita del 15% a cambi correnti sull’anno precedente (+9% su base comparabile). Nello specifico, le vendite retail, che rappresentano il 78% del totale, hanno registrato un aumento del 10%, mentre le vendite online (che pesano per il 15%) un rialzo dell’11 per cento. Il canale wholesale è invece cresciuto del 6%, costituendo il 6% del totale. Sul fronte della marginalità, l’ebit si è attestato a quota 5,6 miliardi di euro, pari al 27,5% delle vendite e in crescita su base annua dell’11 per cento.
Più complesso l’andamento nel solo Q4, quando il colosso francese ha generato ricavi da 5,3 miliardi di euro, in flessione del -2% a cambi correnti (-7% su base comparabile). Ago della bilancia della performance di Kering è la fashion house ammiraglia Gucci, che negli ultimi tre mesi dell’esercizio ha registrato un calo del 14% (-11% su base comparabile), con vendite a 2,73 miliardi di euro. Se il rallentamento era già visibile nei dati pubblicati lo scorso ottobre, ora ad attirare l’attenzione è il segno meno nella performance trimestrale della maison guidata da Marco Bizzarri e di recente affidata alla creatività di Sabato De Sarno. Nei dodici mesi, Gucci ha generato un fatturato complessivo da 10,5 miliardi di euro (per la prima volta oltre la soglia dei 10 miliardi), con un incremento dell’8% (+1% su base comparabile), restando comunque così il primo brand del gruppo in termini assoluti. A pesare sul quarto trimestre della casa di moda, e sul gruppo tout court, soprattutto la crisi del fronte cinese, in balia delle restrizioni anti-Covid, e le ripercussioni del super-dollaro sull’andamento degli States, ricorda l’analisi di Reuters. Dal canto suo, il direttore finanziario di Kering Jean-Marc Duplaix si è detto “molto fiducioso per Gucci nel 2023 e nel lungo periodo”. Sottolineando poi che gli sforzi di Kering nei confronti del marchio sono pensati per dispiegarsi a lungo termine, con un focus su prodotti più costosi, potenziamento delle operazioni di marketing e incremento del numero di collezioni.
Per quanto le altre maison del gruppo, prosegue l’avanzata di Saint Laurent, primo brand in termini di crescita relativa con un +31% nei dodici mesi del 2022 per vendite pari a 3,3 miliardi di euro. Il Q4 della maison guidata da Francesca Bellettini ha confermato lo slancio, mettendo a segno vendite da 903 milioni di euro e un incremento del 10 per cento. Bene anche Bottega Veneta, in crescita del 16% nel fiscal year (con vendite da 1,7 miliardi di euro) e dell’8% nel quarto trimestre.
In coda gli altri marchi di casa Kering, che insieme hanno totalizzato ricavi da 3,9 miliardi di euro con un tasso di crescita su base annua e a tassi correnti del 18 per cento. Relativamente a Balenciaga, il gruppo definisce il suo 2022 come “un anno eccellente, ad eccezione della fine dell’ultimo trimestre”. Da ricordare come alla fine dello scorso anno fosse stato rivelato il fatturato 2021 del marchio guidato alla creatività da Demna, ammontato a 1,189 miliardi di euro e in crescita del 44% sugli 826 milioni di euro del 2020 e del 28% sui 927 milioni del 2019.
Per quanto riguarda invece Kering Eyewear, la divisione occhialeria del gigante luxury ha registrato 1,1 miliardi di vendite nel 2022, con ricavi in crescita del 58% a valuta corrente. Nel quarto trimestre, la unit è cresciuta del 30% su base comparabile.
“Nel 2022 tutte le nostre maison hanno registrato vendite record e contribuito positivamente agli utili del gruppo – ha commentato François-Henri Pinault, Presidente e Amministratore delegato, confermando però la sottoperformance degli ultimi mesi -. Nonostante ciò, tali risultati non sono stati tutti all’altezza delle nostre ambizioni e del nostro potenziale. Al di là delle difficoltà che alcuni dei nostri marchi hanno affrontato, in particolare nell’ultima parte dell’anno, siamo certi che stiamo perseguendo la corretta strategia per il lungo termine”. Aggiunge poi Pinault, guardando al 2023 ormai avviato: “In un contesto che rimane comunque incerto, sono convinto che il 2023 sarà un altro anno di successi per le nostre Maison e di crescita per il nostro gruppo”.
Alla Borsa di Parigi il titolo di Kering è arrivato a segnare un -4% in risposta alla divulgazione dei risultati, per poi recuperare in mattinata con un +4,71% sul listino azionario. A rassicurare sull’orizzonte finanziario del gruppo, riporta Reuters, è intervenuto durante la conference call il CFO Duplaix, spiegando che l’inizio del nuovo anno è stato “molto incoraggiante” in Cina, in seguito alla revoca delle restrizioni.