In corsa a velocità +22,9% su base annua, il fatturato del gruppo Zegna ha superato il tetto del miliardo di euro nei primi nove mesi del fiscal year. Una performance che beneficia dell’andamento del terzo trimestre 2022 del player italiano del lusso, archiviato con una crescita del 27,5% anno su anno dei ricavi, ammontati a 357 milioni di euro, contro il +16,3% del secondo quarter e il +25,4% del primo.
“Questo trimestre – ha dichiarato il presidente e amministratore delegato del gruppo piemontese, Gildo Zegna – è stato uno dei più forti finora, grazie alle eccezionali performance di Zegna e Thom Browne in Europa, Medio Oriente e Stati Uniti, nonché alla ripresa della regione della Greater China. In questo periodo abbiamo raggiunto una serie di traguardi, continuando a portare avanti la nostra strategia e i nostri impegni e rimanendo fedeli ai valori che ci guidano da 112 anni”.
Un risultato che fa procedere l’azienda verso il target dei 2 miliardi di euro, il cui raggiungimento è prefissato per un medio periodo compreso tra i quattro e cinque anni, dopo un 2021 che si era chiuso con un fatturato da 1,3 miliardi.
Nello specifico dell’ultima trimestrale, il segmento Zegna, che abbraccia i prodotti a marchio Zegna e le linee di prodotto Textile e Third-Party brands, ha mostrato una performance robusta, con ricavi attestati a 289 milioni di euro (+27,2%) dopo un’accelerazione nel periodo legata alla forza di tutte le linee di prodotto, spiega il gruppo.
Il brand Thom Browne si conferma un importante motore di crescita, con un fatturato da 69 milioni di euro nei tre mesi, in rialzo del 29,5% annuo. Complessivamente i primi nove mesi i ricavi del Gruppo Zegna hanno raggiunto 1,09 miliardi di euro.
Per quanto concerne le performance geografiche, tutti mercati in cui opera il gruppo hanno continuato a registrare “una crescita significativa”. Con i suoi 116 milioni di euro di entrate, la Greater China è tornata a crescere del 3% nel trimestre, evidenziando un rimbalzo a luglio e agosto, prima che il nuovo regime di chiusure anti-Covid penalizzasse, invece, il mese di settembre. Nel complesso l’area dell’Asia-Pacifico ha messo a segno un fatturato da 153 milioni di euro, in crescita del 13,7 per cento.
“Continuiamo a vedere un andamento dinamico in Medio Oriente e una forza costante negli Stati Uniti e in Europa”, ha spiegato l’azienda nella nota che accompagna i risultati finanziari. L’area Emea, infatti, vanta la crescita più spiccata nel trimestre (+42,8% anno su anno), raggiungendo un fatturato pari a 119 milioni di euro. Di questi, 16 milioni provengono dalla regione del Medio Oriente e dell’Africa (+86,4 per cento).
Le Americhe hanno invece visto crescere le vendite del 38,6% e del 33,2% rispettivamente per il Nord America e l’America Latina, a 77 e 7 milioni di euro di fatturato. Nello specifico gli Stati Uniti, di particolare interesse per il gruppo che si è quotato alla Borsa di New York lo scorso dicembre, ha registrato un incremento del 38,3% a 69 milioni di euro.
Guardando all’intero anno fiscale in corso, Zegna prevede un incremento “mid-teens” dei ricavi, a fronte però delle incognite e criticità rappresentate dal conflitto in Ucraina, l’inflazione galoppante e conseguenti rincari e i colpi di coda del Covid-19, soprattutto nella Greater China.
Come sottolinea Bloomberg, Zegna starebbe puntando ad acquisire produttori di fascia alta consolidando sempre di più il proprio posizionamento nell’abbigliamento maschile premium, con l’obiettivo di diventare più competitivo nel segmento luxury. Proseguirebbe, così, la via delle recenti acquisizioni di Filati Biagioli Modesto, in tandem con il gruppo Prada, e Tessitura Ubertino. All’orizzonte, si legge ancora sull’agenzia di stampa, un aumento dei prezzi per fare fronte alle sfide del contesto macroeconomico, che accomuna Zegna ai suoi competitor del settore.