Mentre gli occhi di tutti sono puntati sulla Cina e al suo sempre crescente appetito di moda e di lusso che si poggia sulle note ed esorbitanti performance di crescita, l’America torna a far sentire il suo ruggito. Complice l’estendersi della campagna vaccinale e l’allentamento delle misure di contingentamento, gli Stati Uniti stanno recuperando a grandi falcate il terreno perduto, cavalcando l’onda del ritorno ai grandi numeri dello shopping, ovvero di quella tendenza che ha sempre contraddistinto il Paese.
La conferma arriva da diversi elementi. Da una parte ci sono i dati legati al traffico dei centri commerciali statunitensi che, a livello di numero di presenze, potrebbero raggiungere i livelli pre-pandemia entro l’estate. Secondo un sondaggio della società di soluzioni di vendita al dettaglio Sensormatic Solutions riportati da Forbes, dalla fine delle festività natalizie 2020, fino a metà marzo, il traffico dei centri commerciali è diminuito del 42% rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma nel periodo che va da metà marzo al 12 maggio, il traffico dei centri commerciali è diminuito ‘solo’ del 24 % rispetto al 2019, lasciando quindi immaginare una ripresa in tempi ragionevolmente brevi. Ancora più brevi se si considerano i centri commerciali all’aperto, dove il traffico è diminuito del 29% fino a metà marzo, ma è migliorato fino al 18% a maggio.
Va letto in questo senso anche l’ottimismo con cui i grandi player della distribuzione a stelle e strisce hanno alzato le previsioni per la chiusura dell’anno. Solo guardando ai colossi del retail, nel primo trimestre Walmart, la più grande catena al mondo nel canale della grande distribuzione organizzata, ha registrato un fatturato di 138,31 miliardi di dollari nel primo trimestre dell’anno (+2,7% rispetto allo stesso periodo del 2020), facendo meglio dei 131,97 miliardi di dollari attesi dal mercato e Macy’s ha chiuso il primo trimestre del 2021 con utili e ricavi oltre le aspettative (103 milioni di dollari di utile netto a fronte di una perdita di 3,58 milioni di dollari nello stesso periodo dello scorso anno e vendite a +63,9% rispetto al primo trimestre del 2020 e in calo solo del 10% rispetto al trimestre di riferimento nel 2019). Ricavi superiori alle attese anche per L Brands, Urban Outfitters, Under Armour e Gap.
Si torna a comprare nei negozi e nelle grandi location adibite, lo si fa un po’ meno online. Secondo la stampa americana, alcuni grandi rivenditori come Target e Walmart stanno rilevando un certo rallentamento nel tasso di crescita delle loro piattaforme online, mentre aumenta il traffico pedonale nel cuore delle città, in primo luogo New York e nel distretto artistico di Los Angeles. La spiegazione è tutto sommato ovvia: i lockdown e lo smart working hanno privato in sostanza le persone di un’occasione per indossare abiti che non fossero le comode tute da casa.
Ora che la vita sta gradualmente tornando alla normalità, sta emergendo anche un’altra tendenza sta cambiando le abitudini dei consumatori: c’è una crescente preoccupazione per la sostenibilità che sta spingendo milioni di consumatori a riconsiderare i loro precedenti modelli di spesa e a scegliere anche l’economia della condivisione. Si spiega così anche il recupero di siti di noleggio di abbigliamento come Rent the Runaway. Secondo un articolo del New York Times, dal picco negativo della pandemia dello scorso maggio c’è stato un aumento del 92% degli abbonati attivi, attirati in parte dai recenti sconti, e il numero di clienti potrebbe arrivare a superare i livelli del 2019 entro la fine dell’anno (e, aggiunge il quotidiano, sono spesso in cerca di stili “più audaci, più luminosi e più sexy che mai”, sull’onda di una sorta di ‘joie de vivre’). Il numero crescente di marchi e rivenditori di vecchia guardia che entrano nello spazio sottolinea il fatto che il settore pensa che sia un’opportunità che crescerà “. Secondo Bain & Company la pandemia potrebbe effettivamente rendere il noleggio di abbigliamento tra i maggiori vincitori del retail in una nuova era di consumo.
Non è un caso, quindi, che il mercato dell’usato e della moda a noleggio si stia arricchendo di marchi e rivenditori di vecchia guardia che entrano nello spazio. Urban Outfitters ha introdotto il suo servizio di noleggio, Nuuly nel 2019, Selfridges a Londra ha recentemente avviato programmi di noleggio di abbigliamento femminile di alto profilo e quest’anno Ralph Lauren è diventato il primo marchio di lusso a offrire il noleggio diretto di abbigliamento.