Inditex archivia il suo primo trimestre in rosso dalla quotazione e si prepara a una razionalizzazione del suo retail network, a favore di una maggiore incidenza dell’e-commerce.
Nei primi tre mesi del suo esercizio fiscale, il numero uno del fast fashion, controllante, tra gli altri, di Zara, Bershka e Pull&Bear, ha registrato una perdita netta di 409 milioni di euro, contro l’utile di 736 milioni di un anno fa e previsioni del consensus FactSet di un rosso pari a 161 milioni. Il fatturato è sceso da 5,9 a 3,3 miliardi di euro, anch’esso sotto le stime del mercato (attesi 3,35 miliardi). Nel periodo risultava chiuso l’88% dei negozi del gruppo spagnolo.
Di contro, nei tre mesi le vendite online sono aumentate 50%, per poi mettere a segno un +95% ad aprile. “Entro il 2022 – si legge nella nota di Inditex – l’e-commerce dovrebbe generare il 25% dei ricavi totali, confrontandosi con un’incidenza del 14% nel full year 2019”.
Sarà, quindi, proprio il digitale il comparto in cui Inditex concentrerà i suoi investimenti. Il gigante di Arteixo, in Galizia, ha annunciato investimenti da 900 milioni di euro all’anno, per un totale di 2,7 miliardi di euro in 3 anni, per potenziare il suo arsenale digitale e integrare l’e-shop ai negozi fisici. Con questa iniziativa, Inditex potrebbe arrivare a chiudere fino a 1.2oo store brick and mortar, mettendo nel mirino tutti quegli store le cui vendite possono essere recuperate da altri negozi del gruppo vicini e dall’e-shop.
Al tempo stesso Inditex ha inoltre confermato un progetto di rinnovamento degli store (potenziamento degli asset tecnologici e conversione in hub sostenibili a consumo ridotto di energia) e proseguirà nell’apertura di spazi più ampi.