Pianoforte Holding ha chiuso il 2017 riportando un risultato sostanzialmente stabile per quanto riguarda il fatturato che, come riportato da L’Economia, si è attestato oltre i 300 milioni di euro (erano 302 nel 2016), ma assistendo a un tangibile calo dell’ebitda che è stato, in base all’articolo, di 18 milioni, rispetto ai 31,4 milioni rilevabili dal bilancio depositato dell’anno precedente (con un peso percentuale di circa il 10%). L’export ha pesato per il 16%, ma l’azienda punta a farlo salire al 25% entro dicembre.
Il gruppo sotto di sé conta i marchi Yamamay, Jaked e Carpisa. Quest’ultimo brand, che ha fatturato, nel 2017, 136 milioni, con un ebitda di 11 milioni, ha aperto un nuovo store all’interno del Dubai Mall che “segna un salto di qualità per il riconoscimento del brand nel Middle East”, come spiegato da Gaurav Sharma, responsabile della divisione accessori di Landmark, realtà operante nel campo retail e che, tra gli altri, collabora appunto con Carpisa nel territorio. “Le possibilità di crescita sono enormi: penso all’Arabia Saudita, dove adesso le donne possono guidare o lavorare nei negozi”.
Per quanto riguarda i mercati, il CEO Gianluigi Cimmino spiega che “sono tutti importanti, perché l’e-commerce ha cambiato le regole. Siamo un po’ in ritardo sull’internazionalizzazione, ma possiamo sfruttare questa criticità mettendo a punto una strategia in cui l’online (oggi al 3%) e retail correranno paralleli. Cresceremo di 90 negozi quest’anno, ma cambiando pelle”. Entro dicembre, infatti, il gruppo assisterà all’apertura dello spazio Yamamay, con caffé annesso, in piazza Cordusio, a Milano, così come all’opening di 20 store Go Carpisa, il nuovo format dedicato al retail da viaggio.
Per quanto riguarda il futuro dell’azienda, Cimmino ha le idee chiare. “L’impronta familiare è sempre forte e chiara in azienda. C’è una prima linea di manager esterni, ma, oltre al socio di minoranza, il fondo Nb Renaissance, non siamo né saremo interessati a vendere o all’ingresso di altri, crediamo in una crescita legata all’autofinanziamento e ai partner”, ha concluso il manager.
Sembra dunque definitivamente tramontata l’ipotesi di quotazione che il gruppo aveva programmato qualche anno fa.