La prima Ipo moda del 2017, sul listino principale di Piazza Affari, è nel solco della sostenibilità. È tutto pronto, infatti, per la quotazione di Aquafil, gruppo trentino specializzato nella produzione di filati sintetici, che lunedì 4 dicembre debutterà sul segmento Star di Borsa Italiana. A fare da veicolo è Space 3, la Special Purpose Acquisition Company (una società ‘contenitore’ costituita specificatamente per raccogliere capitale al fine di effettuare operazioni di fusione e/o acquisizione di aziende) quotata sul Miv di Borsa Italiana, nata dallo scorporo della precedente Space 2 e che vede tra i principali azionisti Sergio Erede e Gianni Mion (quest’ultimo per 25 anni amministratore delegato di Edizione Holding spa, finanziaria della famiglia Benetton). Space 3 spa ha comprato il 24% del capitale di Aquafil spa da Aquafin Capital spa ed è stato stipulato l’atto di fusione per incorporazione di Aquafil in Space3.
Secondo quanto riportato dalla nota ufficiale, “il capitale sociale della società risultante dalla fusione sarà pari a 49.672.545,68 euro suddiviso in 50.720.078 azioni, di cui 42.324.058 azioni ordinarie, 8.316.020 azioni speciali a voto plurimo (detenute da Aquafin Holding S.p.A.) – non oggetto di ammissione a quotazione – e 80.000 azioni speciali prive del diritto di voto (detenute da Space Holding, società promotrice di Space3) – anch’esse non oggetto di ammissione a quotazione; tutte le categorie di azioni descritte saranno prive dell’indicazione del valore nominale”. Il capitale di Aquafil sarà così ripartito: Aquafin Holding S.p.A. deterrà il 58,56% del capitale sociale, pari al 68,87% dei diritti di voto; Th Iv S.a. deterrà il 5,81% del capitale sociale, pari al 4,38% dei diritti di voto; Quaestio deterrà il 1,08% del capitale sociale, pari allo 0,82% dei diritti di voto; alcuni manager di Aquafil deterranno l’1,97% del capitale sociale, pari all’ 1,49% dei diritti di voto. Il 32,57% del capitale sociale, pari al 24,44% dei diritti di voto, sarà infine detenuto dal mercato.
Aquafil, che ha sede ad Arco ed è stata fondata nel 1965, è attiva nella produzione di fibre sintetiche impiegate nei settori della pavimentazione tessile per i mercati contract e residenziale, automotive, della moda e dello sport. Il gruppo è controllato dal presidente e CEO Giulio Bonazzi (presidente di Confindustria del Trentino) e partecipato dal fondo Three Hills Capital Partners e dalla Compagnia Trentina.
L’azienda è pioniere nella circular economy, grazie anche al sistema di rigenerazione Econyl, un percorso innovativo e sostenibile in grado di creare nuovi prodotti dai rifiuti, dando vita ad un ciclo infinito. I rifiuti di nylon vengono raccolti in varie località sparse in tutto il mondo, e comprendono scarti industriali ma anche prodotti (quali reti da pesca e tappeti) giunti alla fine della loro vita utile. Tali rifiuti vengono trattati in modo da ottenere una materia prima (caprolattame) con le stesse caratteristiche chimiche e prestazionali di quella proveniente da fonti fossili. Una scelta, quella green, che ha portato importanti risultati all’azienda del Trentino: oltre 500 milioni di fatturato e 2.800 dipendenti in 16 impianti. Dopo Levi’s, Speedo, Arena e Outerknown di Kelly Slater, lo scorso anno anche Gucci ha optato per l’utilizzo del filo ecofriendly di casa Aquaufil, confermando l’impegno in pratiche di sostenibilità ambientale del gruppo Kering.
Oggi circa il 30% dei ricavi del gruppo derivano da fili prodotti con caprolattame Econyl. È circa il 20%, invece, la quota di fatturato generato dalla moda nel 2016. Lo scorso anno Aquafil ha realizzato circa 482 milioni di euro di ricavi, circa 65 milioni di ebitda e circa 20 milioni di utile netto. La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2016 ammonta a circa 118 milioni di euro.