Il sottosegretario spiega come il Governo voglia fare del settore una “bandiera”. Dopo Confindustria Moda e Milano XL, per il Tavolo le sfide sono sostenibilità, formazione e millennials.
una celebrazione del bello e del ben fatto italiano che ha luogo durante la settimana più importante dell’anno per la moda e il lusso. ‘Milano XL – La festa della creatività italiana’ è uno dei progetti nati dal Tavolo della Moda, il comitato che il Ministero dello Sviluppo Economico ha creato per mettere in relazione tutti i principali attori del sistema e invitarli, per davvero, a “fare sistema”. Un progetto destinato a ripetersi ogni stagione e che vede, per la prima volta, il Governo in prima fila, sia investendo su eventi e fiere, sia riconoscendo il settore come una delle principali forze del Paese. Ne parla in quest’intervista a Pambianco Magazine il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico Ivan Scalfarotto, che presiede il Tavolo della Moda sin dalla sua prima riunione nel gennaio 2016.
Sottosegretario, si può dire che la fashion week di settembre sarà “coordinata” dal Governo?
Il Tavolo della Moda è stata la fucina di questa strategia. Riunire tutti i protagonisti del settore ha aiutato a comprendere quanto il gioco di squadra fosse fondamentale per restituire centralità a una filiera da 104 miliardi di euro di fatturato, che impiega 600mila persone in 70mila aziende. Abbiamo supportato le nuove iniziative di ‘Milano XL’ coprendo, attraverso Agenzia Ice, il 75% degli investimenti complessivi (pari a 3,3 milioni di euro, ndr), ma tengo a dire che ogni fiera e ogni associazione coinvolta mantiene assoluta la propria autonomia: il Governo ha solo un ruolo di stimolo e cerca di favorire un lavoro coerente di sistema a tutela e per la promozione del Made in Italy.
‘Milano XL’ diventerà quindi un appuntamento fisso?
Siamo già al lavoro sull’edizione di febbraio con Fiera Milano, per concentrare gli appuntamenti fieristici durante le sfilate. La fashion week femminile è un evento in cui Milano ha un appeal molto forte e valorizzare la filiera produttiva proprio nei giorni delle sfilate dimostra in modo evidente la concorrenzialità dell’Italia sui suoi principali competitor. ‘XL’ si pronuncia ‘Excel’, ricordando così la nostra eccellenza, ma è anche il segno di un settore ‘Extra Large’: inclusivo, partecipato, che ricomprende l’intera filiera, dal tessuto al vestito, dalla pelle alla scarpa e alla borsa, dal gioiello all’occhiale, dalla pellicceria alla cosmetica.
Le installazioni di questo evento avranno un forte carattere narrativo e culturale. In futuro possiamo aspettarci iniziative più legate all’animo trade degli enti coinvolti?
Creare opportunità di business è la principale finalità di Milano XL. In quei giorni, giornalisti, buyer e turisti avranno la possibilità di conoscere meglio l’eccellenza italiana. Non è solo con eventi commerciali, ma anche con la giusta promozione che si promuove il Made in Italy. La nostra strategia quanto al trade è quella di avere campioni nazionali in grado di competere con le grandi fiere estere. Creare nuovi eventi, costruiti ad hoc su Milano, per quei saloni che già hanno sede in altre città, produrrebbe una competizione domestica che non ritengo utile perché l’obiettivo è vincere l’unica competizione che conta: quella globale.
Qual è il suo bilancio di questo primo anno e mezzo come sottosegretario?
Con la responsabilità del commercio internazionale e dell’attrazione degli investimenti dall’estero, ho avuto modo di lavorare su tutti i settori che fanno grande l’Italia, e ho capito che il fil rouge che lega tutte le nostre aziende è la capacità di creare un prodotto su misura, con una grande attenzione al cliente finale. La moda fa di questo la sua bandiera e, come seconda voce delle nostre esportazioni (secondo gli ultimi dati Ice, abbigliamento e pelletteria generano un fatturato sui mercarti stranieri pari a 38,8 miliardi di euro, ndr), avevamo il dovere di metterla al centro della nostra azione di Governo. È la perfetta testimonial della nostra cultura e dello stile di vita italiano, e ha dimostrato di avere un effetto traino sugli altri settori del Made in Italy. Per questo, abbiamo rinnovato il nostro sostegno al comparto destinando 34 milioni di euro, di cui 14 milioni specifici per il potenziamento delle fiere.
Il Tavolo ha prodotto un altro grande risultato: Confindustria Moda.
Il merito di questo comitato è stato quello di creare un luogo di dialogo tra tutti gli attori del sistema. Ed è noto che, quando si sta insieme, si creano fiducia e, quindi, opportunità. Come ‘Milano XL’, anche Confindustria Moda ha dimostrato come, mettendo da parte l’individualismo, sia possibile fare gioco di squadra. Già guardiamo alle prossime sfide del Tavolo della Moda: sostenibilità, formazione e millennials.
Dalle prossime elezioni potrebbe uscire vincitore un altro schieramento politico. Il Tavolo rischierebbe di saltare?
Noi restiamo convinti che la moda sia un’eccellenza da sostenere: lo dimostra, tra l’altro un evento mai accaduto prima e cioè la presenza dell’allora Premier Matteo Renzi per due volte all’inaugurazione della settimana della moda. Cosa farebbero gli altri partiti non posso certamente essere io a dirlo. Certo, per il sistema moda rinunciare ai tanti importanti traguardi raggiunti in questi ultimi anni sarebbe un’enorme occasione perduta.
di Aessia Lucchese