Per la filatura italiana la ripresa tarda ancora ad arrivare. E per il terzo anno consecutivo è così costretta a vedere ridimensionati i parametri economici in termini di turnover e di export. Secondo i dati preliminari sull’intero 2014 elaborati da Smi-Sistema Moda Italia, nell’anno appena concluso il calo del giro d’affari dovrebbe risultare pari al 2,2%, frenando a poco più di 2,9 miliardi di euro.
Anche il valore della produzione italiana (ovvero il valore della sola produzione italiana al netto della commercializzazione dei filati importati), dovrebbe continuare a scendere, pur evidenziano un deciso ridimensionamento del ritmo di caduta, archiviando un -2,8 per cento. L’export ha perso posizioni nell’ultima parte dell’anno lasciando sul terreno l’1,9% (il valore si aggira sui 880 milioni di euro). Le importazioni tornano positive per lo 0,7 per cento. A pesare sui risultati è soprattutto l’andamento ancora negativo della filatura laniera, mentre quelle cotoniera e liniera iniziano a dare i primi segnali di ripresa che fanno sperare in un’inversione di tendenza nel 2015.
È in questo scenario che sale il sipario oggi sulla 76ª edizione di Pitti immagine filati che ospita fino a venerdì le collezioni di filati per maglieria per la primavera-estate 2016. Si parte con un incremento del 25% degli espositori a quota 128 marchi, di cui sedici provenienti dall’estero. Tra gli appuntamenti di quest’edizione, si conferma lo spazio di ricerca Magliaitalia, sotto la direzione artistica di Angelo Figus e Nicola Miller con allestimento di Alessandro Moradei, che interpreterà il made in Italy attraverso 14 spunti visivi, l’area Knitclub dedicata ai maglifici e Denim italiano-Italian denim makers, il contenitore frutto dell’alleanza tra Pitti filati e Milano Unica dedicato alla filiera del jeans.